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Lotta a false coop e sostegni a 'workers buy out', gli impegni del Governo a Legacoop

27 ottobre 2021 | 17.34
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Mauro Lusetti, presiente Legacoop
Mauro Lusetti, presiente Legacoop

Lotta alle false cooperative, opportunità e prospettive di sviluppo per quelle sane e sostegni alle cooperative di 'workers buy out', ovvero a quelle nate per iniziativa di lavoratori che rilevano un'azienda per mantenere attività produttiva e posti di lavoro. Sono questi gli impegni che oggi il governo ha preso di fronte ai delegati di Legacoop, riuniti nell'assemblea di metà mandato, sotto la guida del presidente Mauro Lusetti, a Roma.

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, intervenuto con un video messaggio ha annunciato che "il ministero porrà ogni iniziativa per la valorizzazione del mondo cooperativo con programmi specifici per accompagnare le imprese cooperative in percorsi di crescita" ma tutto questo non potrà "prescindere dall'adozione di misure idonee a superare criticità e fenomeni distorsivi, fra tutti la lotta alla falsa cooperazione che è tra le priorità politiche del 2022".

Sul tema dei 'workers buy out' (letteralmente dei lavoratori che acquistano) sono intervenuti il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il viceministro dell'Economia Laura Castelli e il sottosegretario allo Sviluppo Anna Ascani. Del resto, in un momento storico come questo, iniziative del genere vengono sostenute dal governo che ha stanziato nella prossima legge di bilancio 15 milioni di euro per 3 anni.

'in manovra ci saranno segnali significativi'

Orlando ha assicurato che nella prossima manovra ci saranno "segnali significativi" e "diventerà un elemento sostenuto in modo strutturale, l'abbiamo voluto come parte integrante della riforma degli ammortizzatori sociali" ha spiegato parlando in video collegamento con la platea dei cooperatori.

Sulla stessa lunghezza d'onda il sottosegretario allo Sviluppo economico Anna Ascani. "Quello strumento va potenziato" ha detto dopo averne evidenziato l'importanza in quanto "ha evitato che scomparissero realtà imprenditoriali e produttive da territori a volte considerati marginali, ha saputo valorizzare le competenze e mantenere in vita imprese che erano in difficoltà". "Bisogna rafforzare l'accompagnamento che si dà ai lavoratori - ha sottolineato - nel momento in cui decidono di intraprendere la sfida complicatissima del farsi carico di un'impresa. Di questo ci occuperemo nella legge di bilancio".

Mentre sullo stesso tema 'workers buy out' il viceministro all'Economia Laura Castelli (M5 Stelle) si è mostrata più cauta anche se molto positiva. "Avete proposto nuove norme per migliorare i 'workers buy out' e spero di potervi dire prestissimo che saranno approvate, stiamo lavorando perché questo accada". Castelli vede nella iniziativa imprenditoriale di ex dipendenti che risollevano le sorti di un'azienda una opportunità per evitare delle delocalizzazioni. “Grazie anche al vostro contributo siamo riusciti ad intervenire nel dibattito raccontando che ci sono soluzioni diverse per evitare la delocalizzazione. Lo abbiamo fatto con il worker buyout".

'fatturato coop -3%, impatti diversi per settori, crollo in cultura, turismo e spettacolo

Il quadro che emerge non è certo roseo per le cooperative italiane che hanno subito gli effetti della pandemia con un calo di fatturato del 3% tra il 2019 e il 2020 ma, allo stesso tempo si sono dimostrate resilienti considerando che la caduta del Pil dell'economia italiana è stata del 9%; inoltre, il livello di soci e l'occupazione hanno tenuto. E non è poco in un anno, il 2020, che Lusetti ha definito "il più catastrofico in tempi di pace per le perdite di vite umane e per la recessione che ha colpito il mondo". Un anno che per metterlo alle spalle servirà "un "Patto per l’Italia fondato sulla solidarietà" ha rimarcato il leader di Legacoop.

A soffrire di più sono state le piccole cooperative, come emerge dai dati diffusi da Legacoop, risultante da una media tra i settori che registrano flessioni più marcate come cultura, turismo e spettacolo (i più penalizzati dalle chiusure, -41,6%), i servizi (-9,0%), le cooperative sociali (-9,0%), di abitanti (-4,0%) e quelli che, al contrario, hanno messo a segno una crescita, come l’agroalimentare (+1,9%) e la distribuzione commerciale (cooperative di consumatori, +2,6%, e tra dettaglianti, +11,5%). E' quanto emerge dall’analisi dei dati relativi alle oltre 10.500 cooperative aderenti a Legacoop (con più di 456 mila occupati, 7,4 milioni di soci e un valore complessivo della produzione superiore a 80 miliardi), presentati in occasione dell’Assemblea. (di Cristina Armeni)

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