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Metalmeccanici: a un passo da rottura, domani round decisivo

23 maggio 2016 | 20.42
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Metalmeccanici: a un passo da rottura, domani round decisivo

Sarà la prima grana che il neo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si troverà sul tavolo un minuto dopo la sua elezione il 25 maggio prossimo: il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che, a meno di colpi di scena dell'ultima ora, sembra destinato a saltare. Il negoziato tra Federmeccanica e Fim Fiom Uilm, infatti, dopo sei mesi di trattative e uno sciopero generale di 4 ore lo scorso aprile, è nuovamente appeso a un filo e la rottura è ad un passo: se il tavolo di confronto convocato per domani non troverà una mediazione sul capitolo salario i sindacati scenderanno di nuovo in sciopero. Lo avevano già preannunciato unitariamente la scorsa settimana, i leader sindacali, Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella al presidente Federmeccanica, Fabio Storchi in una lettera: "o si apre un negoziato vero o sarà mobilitazione".

Una decisione arrivata ora a maturazione non solo dopo la fumata nera degli incontri tecnici delle scorse settimane ma anche dopo il sostanziale fallimento di qualsiasi tentativo 'diplomatico' per cercare una soluzione al braccio di ferro in corso sul salario che non fosse l'applicazione 'graduale' del nuovo contratto, proposta dalle imprese ma bocciata da Fim Fiom e Uilm. Federmeccanica resta dunque ferma nel non concedere aumenti in busta paga che non siano legati alla contrattazione aziendale e alla produttività (unica eccezione i lavoratori, non più del 5% del totale, al di sotto del salario minimo di garanzia). Mentre i sindacati chiedono che il recupero del potere di acquisto del reddito avvenga indistintamente per tutti i lavoratori nel contratto nazionale. Due 'visioni' contrattuali diverse e distanti che si scontreranno probabilmente anche domani.

Intanto, è stato nei giorni scorsi il presidente di Unidustria Bologna, Alberto Vacchi, a ribadire la centralità del tema dei rapporti tra impresa e mondo del lavoro, spezzando una lancia a favore di "relazioni industriali positive". "Non dobbiamo ideologizzare il confronto, siamo nella stessa barca con ruoli e funzioni diverse. Certo, non possiamo restare fuori dai mercati ma basta con falchi e colombe, pensiamo a crescere e su questo ognuno deve prendersi le proprie responsabilità", ha detto. "Se cresciamo e facciamo vivere aziende competitive l’effetto sulla società sarà positivo, dato che noi operiamo in aree con tradizione di civiltà, di rispetto dei contratti e delle persone che ci sono dietro", ha aggiunto.

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