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Moscovici: "Flessibili sì, contro le regole no"

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06 novembre 2018 | 11.08
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Ancora un monito all'Italia da Pierre Moscovici. A margine dell'Ecofin a Bruxelles, il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari è tornato sulla manovra italiana. "Le nostre regole" in materia di bilancio pubblico, ha detto, "possono sempre essere interpretate. E io stesso sono sempre stato" un sostenitore della "flessibilità, perché non bisogna avere un approccio rigido. Ma una cosa è essere flessibili, un'altra essere contro le regole", precisa Moscovici. "La flessibilità - continua - è stata sempre concessa, specie per l'Italia, nel quadro del patto di stabilità. Se sei fuori da quel quadro, allora non si tratta di flessibilità: sei fuori dalle regole bisogna fare qualcos'altro. La Commissione - ricorda - esiste per far sì che i trattati vengano applicati".

"Quando giochi a tennis - prosegue poi, lanciandosi in una metafora - se la palla tocca appena la linea, allora si può assegnare il punto, ma se è totalmente fuori dal campo, nessun arbitro, neanche un arbitro che non ci vede, può dire che c'è punto. Le regole sono lì per essere rispettate: ci può essere una certa flessibilità, ma non siamo qui per applicare le regole a metà. Non è così che funziona. Ecco perché - conclude - mi aspetto una risposta forte dal governo italiano entro il 13 novembre. E continueremo a discutere tutto il tempo".

Con l'Italia sulla manovra economica "il dialogo ci sarà in ogni fase, discutiamo quasi quotidianamente con il ministro Giovanni Tria e continueremo a farlo", assicura ancora. "Dobbiamo mantenere il sangue freddo, perché quello che mi aspetto" dall'Italia "è avere un documento programmatico di bilancio rivisto. Allora il dialogo andrà avanti". Anche il debito pubblico, aggiunge, "deve essere monitorato. Ci aspettiamo anche risposte alla lettera inviata al governo italiano, che spieghino quali fattori rilevanti siano alla base di questo o quel movimento del debito".

Con Roma, continua Moscovici, "avremo un dialogo anche su questo. Non speculiamo. Non sono mai stato uno che vuole che la procedura per deficit eccessivo sia una punizione: le sanzioni sono sempre un fallimento per le regole. Voglio un dialogo, ma le sanzioni possono esssere applicate, alla fine, se non raggiungiamo un accordo nel quadro delle regole". Tuttavia, aggiunge il commissario, in questo momento "non parlo di sanzioni né dei passi ulteriori della procedura. Facciamo un passo alla volta. L'interesse dell'Ue è che l'Italia resti al cuore dell'Eurozona e il miglior modo per l'Italia di creare crescita è ridurre gli squilibri nella produttività. E' anche una questione di investimenti". Tuttavia, conclude, "una politica con un alto debito pubblico non è favorevole alla crescita".

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