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Perdite acquedotti al 41,2%, maggiore spesa per gli investimenti

09 luglio 2021 | 14.01
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Perdite acquedotti al 41,2%, maggiore spesa per gli investimenti

Per quanto riguarda uno dei principali indicatori della qualità tecnica, quello delle “Perdite idriche”, nel 2019 (ultima ricognizione delle infrastrutture) si registra un valore delle perdite idriche lineari (calcolato rapportando le perdite totali alla lunghezza della rete, indicatore M1a) mediamente pari a 22 mc/km/gg, nonché un valore medio delle perdite idriche percentuali (indicatore M1b, calcolato rapportando le perdite totali al volume complessivo in ingresso nel sistema di acquedotto) pari al 41,2% (da oltre il 43% del 2018). E' quanto emerge dalla Relazione Annuale dell’Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, con i dati 2020 per elettricità, gas, acqua, rifiuti.

Si rilevano valori di perdite più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole, dove poco meno della metà della risorsa idrica immessa nei sistemi di acquedotto viene dispersa. Si conferma ancora l’esistenza, nel Paese, di un water service divide, con valori dei parametri tecnici che tendono generalmente a rappresentare situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell’area Sud e Isole.

L’analisi del fabbisogno di investimenti (al lordo dei contributi) per il periodo 2020-2023 a livello nazionale conferma la concentrazione degli sforzi dei gestori al contenimento del livello di perdite idriche, che pertanto risulta obiettivo prioritario nelle scelte di pianificazione degli Enti di governo dell’ambito.

Complessivamente le risorse destinate agli interventi per il miglioramento delle perdite costituiscono circa il 21% del fabbisogno totale del campione per il quadriennio 2020-2023. Seguono gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e per l’adeguamento del sistema fognario (in particolare nell’ottica di minimizzare gli allagamenti e sversamenti da fognatura), che si attestano rispettivamente al 16,6% e al 15%, mentre cresce l’incidenza del peso degli interventi volti a ridurre le interruzioni idriche che arriva al 14,5% del fabbisogno totale.

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