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Pressione fiscale da record

26 giugno 2019 | 11.09
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Secondo i dati dell'Istat sale al 38%, ai massimi dal 2015. Cresce il potere d'acquisto delle famiglie ma frenano i consumi

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Nei primi tre mesi del 2019, la pressione fiscale è risultata del 38,0%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato più alto dal 2015. Lo rileva l'Istat.

In aumento, dopo i due cali consecutivi dei trimestri precedenti, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, che è cresciuto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una variazione nulla del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è anch’esso cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%. "Grazie alla frenata dell’inflazione - rileva l'istituto - il marcato recupero, si è trasferito direttamente in crescita del potere d’acquisto. La risalita del reddito si è tradotta in misura molto limitata in maggiori consumi, mentre è aumentata la propensione al risparmio".

PA - In lieve miglioramento l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil, che è stato pari al 4,1% (4,2% nello stesso trimestre del 2018). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,3% (-0,9% nel primo trimestre del 2018). Il saldo corrente è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (-1,5% nel primo trimestre del 2018).

CONTI PUBBLICI - L’incidenza del deficit del conto delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è scesa lievemente rispetto al primo trimestre del 2018, in corrispondenza di una dinamica delle uscite di poco inferiore a quella delle entrate (con incrementi rispettivamente dell’1,4 e dell’1,6%).

IMPRESE - La quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 40,7%, 0,6 punti percentuali più bassa rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento del settore, pari al 21,1%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

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