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Quindici anni fa moriva Enrico Cuccia, 'sentinella' del capitalismo italiano

23 giugno 2015 | 14.08
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Enrico Cuccia (Adnkronos).
Enrico Cuccia (Adnkronos).

Quindici anni fa, il 23 giugno 2000, moriva a 92 anni Enrico Cuccia, banchiere italiano tra i più importanti della seconda metà del Novecento e presidente onorario di Mediobanca. Guido Carli definiva Cuccia ''l'unica sentinella che, da sempre, fa la guardia al bidone vuoto del capitalismo italiano''.

Palermitano, di origini greco-albanesi, era nato a Roma, dove si era trasferita la famiglia, il 24 novembre 1907. Liceo classico al Tasso, iscrizione a Giurisprudenza, inizia la sua carriera in Banca d'Italia, dove entra il 12 ottobre del 1932, grazie a Guido Jung, da poco nominato ministro delle Finanze.

E sempre Jung, due anni dopo, lo invia all'Iri di Alberto Beneduce. Nel salotto del 'capo' Cuccia incontra la donna della sua vita, Idea Nuova Socialista, figlia di Beneduce. Con Idea avrà tre figli: Beniamino (come il nonno paterno), Auretta Naomi (in ricordo della nonna paterna, Aurea) Silvia Lucia.

Nel 1935, dopo aver risolto brillantemente lo scandalo del traffico di valute ad Addis Abeba, Cuccia ottiene sulle colonne del Popolo d'Italia il plauso pubblico del Duce. Così, nel 1935, passa a lavorare al sottosegretariato scambi e valute. Ma con i gerarchi non va d'accordo e quando scoppia anche in Italia l'antisemitismo, per Cuccia è ora di lasciare Roma.

Beneduce gli trova 'casa' nella Comit dell'amico Raffaele Mattioli, a Milano. Il nuovo incarico fornisce a Cuccia anche un passaporto diplomatico, che sarà determinante più tardi per la famosa 'missione segreta' a Lisbona nella primavera del '42, dove si reca per incarico degli 'azionisti' Ferruccio Parri, Ugo La Malfa e Adolfo Tino, per consegnare un messaggio segreto agli alleati.

A Lisbona un incontro che gli cambierà la vita, quello con André Meyer, finanziere francese ed ebreo partner della Banque Lazard: il 'colpo di fulmine' tra i due è immediato, e gli effetti si sentiranno qualche anno dopo quando, a guerra finita e ricostruzione iniziata, Cuccia darà vita alla sua più amata creatura, Mediobanca.

La merchant bank viene costituita, dopo una lunga gestazione, il 10 aprile del 1946. Fortissimamente voluta da Mattioli, Cuccia ne diviene immediatamente il capo indiscusso. Nelle stanze del seicentesco palazzo di Via Filodrammatici si sono allacciati o sciolti tutti i nodi dell'economia.

Poche delle operazioni gestite da Cuccia hanno potuto evitare di essere 'sbattute in prima pagina'. E del resto, non avrebbe potuto essere diversamente, visto che è stato l'arbitro assoluto delle vicende di Eni, Montedison, Ferruzzi, Fiat, Pirelli, Comit, Credit, Olivetti, Gemina. Molte battaglie, molte vittorie, ma anche, ovviamente, molti nemici. Alcuni temibili, come Michele Sindona e Guido Calvi, altri comunque assai potenti: come Enrico Mattei.

Dopo la sua morte il civico di via Filodrammatici a Milano, sede di Mediobanca, fu ribattezzato 'piazzetta Enrico Cuccia'. A meno di un anno dalla sua scomparsa, la salma di Enrico Cuccia fu trafugata dal cimitero di Meina, sul lago Maggiore, da una banda di balordi. La bara fu ritrovata in un fienile di un paese della Val di Susa. Ad incastrare la banda furono le telefonate fatte a Mediobanca in cerca del riscatto.

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