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Salvini: "Sì a nazionalizzazione Autostrade". Giorgetti frena

20 agosto 2018 | 16.32
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Matteo Salvini apre all'ipotesi di nazionalizzare Autostrade ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti frena dicendosi "non molto persuaso". "Studiando i bilanci di Autostrade" il vicepremier risponde "sì", ai microfoni di 'Agorà estate', alla proposta avanzata dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Secondo il titolare del Mit, la nazionalizzazione di Autostrade ''sarebbe conveniente. Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi - sottolinea in un'intervista al 'Corriere della Sera' - da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni".

Salvini torna sul punto anche parlando a Milano. Sull’ipotesi di nazionalizzazione di Autostrade, "stiamo studiando e lavorando - spiega il vicepremier - sicuramente non faremo i regali che qualcuno ha fatto in passato, quando qualcuno ha firmato provvedimenti che hanno fatto guadagnare miliardi ai privati e pagare miliardi agli italiani". Sul fronte della revoca della concessione, "ci vorranno alcune settimane. Autostrade ha il dovere di risarcire e ricostruire senza che questo sia un mercato nel nome delle concessioni. Chi sbaglia paga, voglio rendere evidente che chi sbaglia paga", scandisce Salvini.

Ma Giorgetti frena. "Nel dibattito nazionalizzazioni sì o no io non sono molto persuaso che la gestione diretta dello Stato sia di maggiore efficienza, però è una discussione che si farà" sottolinea il sottosegretario in conferenza stampa a Rimini. "La tragedia di Genova ha aggiunto il tema della necessità di mettere mano a una manutenzione radicale delle infrastrutture del Paese - evidenzia - Non è soltanto una questione di soldi, è un sistema anche di procedure, alcune di queste si sono dimostrate teoricamente bellissime ma concretamente impossibili da applicare, come il codice degli appalti che dovrà essere sostanzialmente e radicalmente rivisto".

A tenere banco è anche il voto della Lega nel maggio 2008 sulla concessione di Autostrade al gruppo Benetton, voto sul quale il Pd punta il dito. "Probabilmente, a posteriori, fu un errore" ammette Giorgetti. ''La concessione - ricorda - che fu trattata dal governo precedente, che era un esecutivo sinistra, era una convenzione che aveva ormai raggiunto le sue definizioni e che il Parlamento doveva in qualche modo ratificare". Quella concessione, precisa, fu votata "in base a valutazioni fatte" per "una questione ''di continuità di operato con il governo precedente''.

Quanto al finanziamento dei Benetton alla Lega, ''l'ho scoperto solo adesso di questo contributo - dice il sottosegretario - penso anche Salvini e gli altri. Tanti di noi lo hanno appreso solo adesso''. E' possibile che questo contributo abbia influenzato le vostre scelte negli anni successivi? ''Minimamente no, non ho mai avuto nessun tipo di influenza né di pressioni, le nostre decisioni le abbiamo sempre assunte senza alcun condizionamento", taglia corto Giorgetti.

Sull'ipotesi di nazionalizzazione di Autostrade interviene anche il parlamentare pentastellato Stefano Buffagni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari regionali. "Non credo che la nazionalizzazione oggi sia la risposta al problema'' dice all'Adnkronos. "Di certo - sottolinea Buffagni - ci si deve porre il problema di questi regali fatti in tantissimi settori. E al contempo intervenire in tempi brevissimi affinché i soldi destinati ai dividendi vadano alla manutenzione delle infrastrutture. Se qualcuno di questi signori - avverte il sottosegretario - non sta rispettando la concessione, abbiamo il potere di intervenire perché non può 'prendere a gratis' la gestione dei beni pubblici ed esporre i cittadini ai rischi''.

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