Il consigliere di amministrazione di Generali, Romolo Bardin, espressione della Delfin di Leonardo Del Vecchio, si è dimesso dal cda. Bardin era consigliere indipendente e membro dei Comitati per le Nomine e la Remunerazione, per gli Investimenti, per le Operazioni strategiche e per le Operazioni con Parti correlate. Bardin, si spiega dalla compagnia, ha motivato le proprie dimissioni "riferendosi alle modalità operative e ad alcune scelte del consiglio e dei comitati a cui partecipa, con particolare riguardo anche al processo di formazione della lista del cda".
E proprio la formazione delle liste per il nuovo board e le strategie future della compagnia sono al centro dello scontro fra soci. Con Mediobanca al 17,2% del capitale, dopo aver preso il 4,4% in prestito, e il patto di consultazione fra Del Vecchio, Caltagirone e Fondazione Crt al 16%.
Oltre a continuare con gli acquisti di azioni per superare il peso dell'istituto di piazzetta Cuccia, i pattisti sono al lavoro su un management e un piano industriale alternativi. La linea del group ceo, Philippe Donnet, è ritenuta troppo timida sul fronte della crescita esterna e per questo presenteranno a febbraio una lista per il cda, con un nuovo ad, e una strategia più aggressiva. Intanto i pattisti contestano il procedimento di formazione di una lista da parte del cda, considerata in realtà espressione della sola Mediobanca, e Caltagirone ha sottoposto un quesito alla Consob sulla regolarità della lista del board.
Il presidente del gruppo, Gabriele Galateri, si è detto rammaricato per le dimissioni, ma ha ribadito che la società "ha sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, nell’interesse di tutti gli stakeholder. Principi, questi, a cui confermo ci si è sempre attenuti nei rapporti con tutti i consiglieri, senza eccezione alcuna e in ogni occasione”.