Seduta decisamente altalenante per Piazza Affari: dopo un avvio positivo ed un ritracciamento a metà seduta, il listino di Milano è riuscito a terminare con il segno più. Sul Ftse Mib, che ha chiuso in aumento dello 0,63% a 27.109,3 punti, Telecom Italia (+15,63%) è tornata a salire, avvicinandosi agli 0,505 euro che potrebbero essere messi sul piatto da KKR, grazie ai rumor di un possibile rilancio nell’ordine di 70-80 centesimi.
Seduta positiva anche per Enel (+2%), che nel nuovo piano strategico al 2024 stima una crescita del dividendo del 13%, e per UniCredit (+2,97%), su cui S&P ha incrementato l’outlook a “positivo”. L’agenzia ha alzato le prospettive sul merito di credito anche di Mediobanca (-0,02%), e Intesa Sanpaolo (+0,02%).
Nel giorno della scomparsa del fondatore e presidente onorario Ennio Doris, Banca Mediolanum ha terminato la seduta con un +2,91%.
Tra le performance negative troviamo Stellantis (-1,19%), STMicroelectronics (-0,42%) ed Eni (-0,08%). Quest’ultima ha dovuto fare i conti con il ritorno della debolezza sul Brent che, dopo il rally di ieri innescato dal rilascio delle scorte strategiche statunitensi, vede il future con consegna febbraio scendere dello 0,4% a 81 dollari il barile. Prese di beneficio su Inwit (-0,71%), che nelle ultime sedute ha capitalizzato possibili ricadute dell’operazione KKR-TIM.
Per quanto riguarda l’agenda macro, indicazioni negative sono arrivate dall’indice tedesco Ifo, sceso a novembre da 97,7 a 96,5 punti, e dal secondo aggiornamento relativo la crescita economica USA del terzo trimestre, rivista dal 2 al 2,1% (stime a 2,2%). Meglio del previsto il dato sulle nuove richieste di sussidio, scese nell’ultima settimana sotto quota 200 mila unità (199 mila), il livello minore dal 1969. (in collaborazione con money.it).