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Governo, Renzi: ''Anche l'Europa ha bisogno di spending review''

07 aprile 2014 | 08.36
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Governo, Renzi: ''Anche l'Europa ha bisogno di spending review''

Anche l'Europa ha bisogno della spending review. In una lettera a Il Messaggero il presidente del Consiglio Matteo Renzi sottolinea come l'Italia stia facendo la propria parte, puntando soprattutto sui tagli a sprechi e privilegi e in particolare sulla diminuzione dei costi della politica. "Caro direttore, ho letto con attenzione l'inchiesta pubblicata dal Messaggero e dedicata agli sprechi del Parlamento europeo. Dopo il mio recente giro nelle capitali dell'Unione europea, e a pochi mesi dall'avvio della presidenza italiana del semestre europeo, la tentazione di sottolineare che della spending review non abbiamo bisogno solo noi, è forte. E non per rivalsa, ma per amore di verità. Insomma, nessuno può davvero fare lo splendido e noi - sottolinea Renzi - stiamo facendo la nostra parte, a partire proprio dai tagli a sprechi e privilegi, e in particolare dai costi della politica. Rispettando i vincoli comunitari, ma lavorando per costruire un'altra Europa".

Brunetta: ''Renzi vuole distruggerci, legge elettorale prima di Pasqua''

"Verdini ha una linea responsabile e correttamente, dal suo punto di vista, prova a salvare il salvabile. Ma la stragrande maggioranza di noi, Berlusconi compreso, fa i conti con la realtà. Pensa che Renzi voglia distruggerci e farà di tutto per evitarlo". Lo dice, in una intervista a Il Corriere della Sera, il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta. "Vogliamo il rispetto dei patti. Per cui diciamo sì alla riforma del Senato a due condizioni. La prima -spiega Brunetta- è che la legge elettorale venga approvata in via definitiva prima di Pasqua. La seconda è che si ritorni alla bozza di cui Renzi aveva discusso con Berlusconi al Nazareno. Altrimenti…". "Sono d'accordo con Rodotà e Zagrebelsky, che tra l'altro sono due autorevoli colleghi. La riforma costituzionale di Renzi è scritta coi piedi. L'accordo prevedeva sì il superamento del bicameralismo perfetto e la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie. Ma non si parlava di senatori non eletti, né di questa follia dei 21 membri scelti dal Quirinale, né delle altre distorsioni previste dalla riforma licenziata da Palazzo Chigi, che di fatto non esiste", conclude Brunetta.

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