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Comunicato stampa

Women for Oncology Italy: educhiamo alla solidarietà femminile

09 marzo 2022 | 18.27
LETTURA: 3 minuti

Women for Oncology Italy: educhiamo alla solidarietà femminile

La Vice Presidente Domenica Lorusso: “È un tema su cui occorre investire a livello educazionale. È vero che arrivano poche donne al soffitto di cristallo, ma se quelle che ce la fanno coinvolgessero altre donne, probabilmente nel giro di qualche anno qualcosa cambierebbe”.

Roma, 9 marzo 2022 - La chiave per vincere il gender gap? Essere più solidali le une con le altre. Proprio così: si parla tanto e da sempre di solidarietà tra donne, ma obiettivamente è un tema su cui occorre investire, creando dei model role, ovvero dei modelli ad hoc e una cultura della solidarietà femminile.

“Dal mio punto di vista occorre investire a livello educazionale, perché la solidarietà femminile non è istintuale”, spiega Domenica Lorusso, responsabile della ricerca clinica alla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma, professore associato di ostetricia e ginecologia all’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma e Vice Presidente dell’Associazione Women for Oncology Italy. “Come suggeriscono gli psicologi, discende da una sorta di competizione infantile che la figlia femmina ha nei confronti della mamma nel voler catalizzare l’attenzione del papà. Questa innata competizione, che è trasversale a tutte le professioni e a tutte le età della vita, va ovviamente a sfavore delle donne. Non a caso gli uomini, bravi a fare rete tra di loro, guadagnano più posizioni sul lavoro”.

Women for Oncology Italy è una realtà che va nella giusta direzione: “D’istinto io non amo le politiche di genere, sono più per le politiche del merito e il merito non ha genere”, premette Lorusso. “Però oggi in Italia abbiamo un problema di genere: se il 70% delle laureate in medicina sono donne e solo il 15% raggiunge posizioni apicali, è chiaro che qualcosa non torna. Possiamo fare una disamina delle motivazioni, ma il problema c’è, è inutile negarlo. Quando sono entrata a fare parte dell’Associazione, mi piaceva l’idea di un network di donne in gamba che, nel corso degli anni, sono diventate amiche solidali e supportive le une con le altre sia sul lavoro, sia nella vita privata. È questo che bisognerebbe fare: insegnare alle donne ad avere rispetto tra di loro. C’è una frase che rende bene il concetto: “Mi piace essere quel tipo di donna che aggiusta la corona di un’altra donna senza dire al mondo che era storta.”. Ecco quello che dovrebbe essere il mutuo soccorso tra le donne: finché non capiamo questo, usciremo sempre perdenti dalla “competizione”. Altro punto importante è avere rispetto per sé stesse, fuggendo dalla sindrome di Hermione portata spesso ad esempio da Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy, che implica il non sentirsi mai perfettamente all’altezza delle situazioni e quindi fare in automatico un passo indietro”.

La lotta al gender gap, riassumendo, comincia da noi stesse con il rapporto verso noi stesse, e da noi stesse verso il rapporto con le altre donne. “È vero che arrivano poche donne al tetto di cristallo, ma se quelle che ce la fanno coinvolgessero altre donne, probabilmente nel giro di qualche anno qualcosa cambierebbe”, conclude la Professoressa Lorusso.

Ufficio stampa Motore Sanità

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