Per lo scrittore, se il Cairo non avesse reagito si sarebbero moltiplicati gli attacchi agli egiziani all'estero: Bisognava dimostrare che l'Egitto è in grado di proteggere i suoi interessi e la vita dei suoi cittadini in ogni parte del mondo".
"Era necessaria un'operazione militare urgente che ricreasse la fiducia tra il popolo, l'esercito e la leadership egiziana" e salvasse "l'unità dell'Egitto". E' questa l'opinione dello scrittore copto Adel Girgis a proposito degli attacchi dell'esercito egiziano contro le postazioni dello Stato islamico (Is) in Libia dopo l'esecuzione di 21 cittadini copti egiziani da parte dei miliziani estremisti.
"Tacere su un simile atto terroristico avrebbe fatto di ogni egiziano all'estero un obiettivo lecito da parte dei terroristi, per questo era necessario dimostrare che l'Egitto è in grado di proteggere i suoi interessi e la vita dei suoi cittadini in ogni parte del mondo", spiega Girgis in un'intervista ad Aki-Adnkronos International.
Per lo scrittore è ora necessario "evacuare velocemente le centinaia di migliaia di egiziani che si trovano in Libia e questo potrà essere fatto solo via terra. Per questo - aggiunge - è necessaria un'azione militare urgente per aprire corridoi terrestri sicuri attraverso i quali evacuare i cittadini egiziani".
Secondo Girgis, "nonostante la tristezza degli egiziani in generale e dei copti in particolare" per la perdita subita, "l'intervento dell'aviazione egiziana contro l'Is ha rallegrato i cuori degli egiziani e ha cambiato il corso delle cose".
Inoltre, il presidente Abdel Fattah al-Sisi "è stato il primo a recarsi in cattedrale ad al-Abbasiyeh a fare le condoglianze, dimostrando di essere davvero il presidente di tutti gli egiziani indipendentemente dalla loro appartenenza confessionale".
