(Aki) - Si apre domani in Kuwait il 25esimo summit annuale della Lega Araba con al centro, ancora una volta, la crisi scoppiata in Siria nel marzo del 2011. Ma se per la crisi siriana non ci saranno soluzioni da mettere sul tavolo, quello che emergera' dal vertice di domani sara' la crisi scoppiata nel Golfo tra Qatar da una parte e Arabia Saudita, Bahrain ed Emirati Arabi dall'altra per il sostegno profuso da Doha ai Fratelli Musulmani, inseriti da Riad e Manama nella lista delle organizzazioni terroristiche.
''Quello che sta succedendo in Siria rischia di provocare un collasso totale della regione'', ha detto il ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmy alla vigilia del vertice. Per evitare questo scenario, l'Arabia Saudita ha deciso di intensificare i suoi sforzi a sostegno dell'Esercito libero siriano di opposizione e di altri gruppi ribelli non islamici che combattono per la deposizione del regime di Bashar al-Assad. Anche perché piu' a lungo dura la guerra in Siria, maggiori saranno le conseguenze per il popolo siriano e per la regione. ''La verita' è che non ci puo' essere stabilita' e soluzione della crisi senza una transizione verso una nuova leadership", ha detto nei giorni scorsi il vice Segretario di Stato americano William Burns. Per ottenete questo risultato è in atto un'intensa attivita' diplomatica per ''mettere gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita dalla stessa parte'', ha detto Tom Lippman, ricercatore presso il Middle East Institute a Washington. (segue)
