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Kiev rafforza la presenza militare a frontiera Bielorussia e accanto a Odessa

24 novembre 2021 | 14.35
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 - (AFP)
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Le Guardie di frontiera ucraine, insieme alle forze armate e alla Polizia nazionale, hanno avviato una "operazione speciale" alla frontiera della Bielorussia nel timore che il regime di Minsk crei una crisi con i migranti anche su questo confine, come ha fatto con quello polacco. Saranno impiegati "attivamente" anche aerei, droni, e sistemi di sorveglianza, oltre che 8.500 persone in divisa, precisa il vice comandante delle Guardie di frontiera, Vladimir Nikiforenko.

L'annuncio viene dato proprio nel momento in cui, con le forze di Mosca ammassate alla frontiera, gli analisti denunciano la possibilità che una eventuale operazione di Mosca in Ucraina interessi anche la Bielorussia. Anche se Kiev, esplicitamente, si propone di "aumentare la protezione e la difesa della frontiera per prevenire una crisi migratoria e contrastare attività illecite e coordinare la futura risposta a possibili complicazioni della crisi". Saranno intensificati i controlli ai varchi di frontiera. Unità di paracadutisti si eserciteranno nella regione di Mykolayiv, proprio accanto a quella di Odessa, uno degli altri punti di possibile attacco russo.

Confermando l'escalation di dichiarazioni incendiarie sui due fronti, il ministro della Difesa russo, Segei Shoigu, ha annunciato che "a causa della situazione tesa, sia a livello militare che politico, nel mondo e della attività militare della Nato in aumento vicino ai confini russi si è reso necessario sviluppare qualitativamente le forze militari russe, quindi di aumentare le loro capacità di combattimento, mantenere la prontezza al combattimento delle forze strategiche e rafforzare le forze tattiche per la deterrenza". Konstantin Gavrilov, capo della delegazione di Mosca ai negoziati di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti parla di manovre e le provocazioni americane e ucraine nel Mar Nero con lo scopo dividere la Russia dall'Europa "con una guerra di dimensioni ridotte", aggiunge Konstantin Gavrilov, capo della delegazione di Mosca ai negoziati di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti.

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