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Made in Italy nel mirino Usa, cosa viene colpito?

03 ottobre 2019 | 08.54
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Nella lista anche prosciutti di suini non domestici (esclusi dop), parmigiano e pecorino; salvi pasta e olio di oliva

Donald Trump (AFP)
Donald Trump (AFP)

Prodotti tipici del Made in Italy, come il parmigiano e il pecorino, figurano nella lista di quelli finiti nel mirino dei dazi imposti dagli Stati Uniti, dopo la decisione del Wto (Organizzazione mondiale del commercio) di concedere a Washington la possibilità di imporre misure restrittive sui prodotti europei per la vicenda legata ad Airbus. Nella lista dei prodotti individuati dagli Usa non figurano, invece, l'olio di oliva e il prosecco ma è presente il prosciutto.

Colpiti - tra gli altri prodotti europei - i vini francesi, il whiskey scozzese, le olive spagnole, la lana, il caffè e strumenti tedeschi. La misura entrerà in vigore a partire dal 18 ottobre.

COLDIRETTI - Secondo quanto stima la Coldiretti, sono colpiti da dazi Usa esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro con la presenza nella black list prodotti come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino e altri prodotti lattiero caseari, prosciutti di suini non domestici (esclusi dop), crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori; mentre sono salvi gli elementi base della dieta mediterranea come olio extravergine di oliva, conserve di pomodoro, pasta e vino.

I prodotti più colpiti per l’Italia, sottolinea la confederazione agricola, sono il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano con un valore delle esportazioni di 150 milioni di euro nel 2018 in aumento del 26% nel primo semestre di quest’anno; ma anche il pecorino con un valore di 65 milioni di euro in crescita del 29%, il provolone e i prosciutti di suini non domestici (esclusi dop). Le tariffe doganali per il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano di fatto triplicano passando, spiega Coldiretti, dal 15% al 40% sul valore del prodotto.

IL VINO - Significativa l'assenza del vino che è il prodotto Made in Italy più esportato in Usa mentre non sfugge il nettare di bacco francese, ripetutamente minacciato dal presidente Trump, ma anche l’olio di oliva spagnolo. Una manovra che di fatto è un esplicito tentativo di dividere l’Unione europea.

"Ora è necessario aprire la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare l’esigenza che "vengano attivate al più presto forme di sostegno ai settori più duramente colpiti e non coinvolti nel settore aerospaziale al centro della disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing che ha originato la guerra commerciale".

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