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'Viral 50'

'Make America Great Again', affondo Pussy Riot contro Trump spopola su Spotify /Video

04 novembre 2016 | 10.38
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'Make America Great Again', affondo Pussy Riot contro Trump spopola su Spotify /Video

Il nuovo brano firmato dal gruppo di contestatrici russe Pussy Riot è un manifesto contro Donald Trump e l'uso del suo slogan 'Make America Great Again' che dà il titolo alla canzone. E sta spopolando su Spotify, dove ha scalato la classifica "Viral 50" dei pezzi più ascoltati, scambiati o commentati sulla piattaforma in tutto il mondo (dove è al primo posto, davanti a 'Chantaje' di Shakira) e negli Stati Uniti, dove è secondo.

"Ho passato 16 anni a stretto contatto con Vladimir Putin. So cosa vuole dire vivere sotto il giogo di una persona che viene definita 'leader forte' o 'leader dalla mano forte'. Non penso che alcuni americani colgano davvero quali ne siano le conseguenze, per il loro Paese" ha detto la componente più in vista del gruppo, Nadia Tolokonnikova, protagonista del video associato alla canzone, in una recente intervista al 'New York Times'.

Il video sessista di Trump del 2005 orribile, misogino, non appropriato. Trump dovrebbe essere squalificato da queste elezioni solo per quel video" ha aggiunto, paragonando Trump a Putin per l'assenza di qualsiasi prospettiva o progetto per il futuro. "La tua mamma viene dal Messico, il papà dalla Palestina, attraverso la Siria... lascia entrare tutti, ascolta le donne", il ritornello che viene alternato, nel video, a frasi pronunciate dal candidato dal candidato repubblicano nei suoi comizi.

Nel video Tolokonnikova - che dopo essere stata rilasciata da una colonia penale in Russia nel 2013 trascorre molto tempo negli Stati Uniti - viene fermata dalla polizia e marchiata a fuoco come "outsider", "fat pig" (le sue misure corporee non corrispondono a quelle predisposte), violentata, costretta all'aborto e poi uccisa, in una ipotetica Amministrazione Trump.

Tolokonnikova, insieme alle altre componenti del gruppo Maria Alyokhina, Ekaterina Samutsevich, era stata condannata per vandalismo in seguito all'esibizione del gruppo nella Cattedrale di Cristo il Salvatore di Mosca in un processo diventato il simbolo dell'uso politico della giustizia in Russia, dove peraltro il gruppo è tutt'altro che amato.

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