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Marò, ulteriore rinvio dell'India Letta: "Sua Act inaccettabile"

10 febbraio 2014 | 18.55
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Marò, ulteriore rinvio dell'India Letta:

Nuova Delhi, 10 feb. (Adnkronos/Ign) - Ennesimo rinvio per il caso marò. La Corte Suprema indiana, che doveva esaminare il ricorso italiano per conoscere i capi di imputazione dei due fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha rinviato la sua decisione e fissato una nuova udienza nella giornata di martedì 18 febbraio.

Nell’udienza il procuratore generale ha informato la Corte Suprema che il governo di Nuova Delhi ha modificato la propria posizione sul processo chiedendo l’applicazione nella vicenda della legge anti-pirateria (Sua Act), senza però evocare una richiesta specifica di pena di morte. Il governo italiano, da parte sua, ricorda la stampa locale, ha respinto la proposta indiana sottolineando che la legge antipirateria non può essere applicata a questo caso.

Si tratta di una richiesta "inaccettabile", ha scritto il premier Enrico Letta su Twitter criticando duramente "l'imputazione proposta dall'autorità indiane". "L'uso del concetto di terrorismo", ha sottolineato, è "da rifiutare in toto. Italia e Ue reagiranno".

Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Emma Bonino: l'accusa di terrorismo "è inaccettabile e sproporzionata" sia per i due fucilieri che per l'Italia, che assumerà la presidenza Ue nel secondo semestre dell'anno. "Non solo per i marò - ha sottolineato - perché significa pensare che l'Italia sia un paese terrorista e che i marò siano terroristi".

A chi le chiedeva se l'Italia potrà fare ricorso al Tribunale dell'Onu sul diritto marittimo Bonino ha risposto che "queste sono strade eventuali. Tutto sul tappeto".

Ricorrere ad un arbitrato sotto l'egida Onu è quanto suggerisce il presidente di Fdi, Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio con l'ex ministro degli Affari esteri, Giulio Terzi. ''Il processo ai marò non va fatto in India, non possiamo lasciarli nelle loro mani. La via d'uscita dal punto di vista tecnico-giuridico c'è: il ricorso ad un arbitrato internazionale sotto l'egida dell'Onu''. E, aggiunge, ''se non accade nulla da qui ad aprile, proporrò al mio partito per le prossime europee la candidatura dei due marò''.

In una nota la Presidenza del Consiglio ha confermato la netta posizione del governo italiano: "Il capo d'imputazione presentato in India dall'Attorney General - si legge - è assolutamente sproporzionato e incomprensibile. Assimila l'incidente a un atto di terrorismo: l'Italia non è un Paese terrorista. Qualora fosse convalidata dalla Corte Suprema, questa tesi sarebbe assolutamente inaccettabile".

Il governo chiede che "la Corte Suprema, nella propria seduta del 18 febbraio prossimo, decida di portare il caso nella sua corretta dimensione, in ottemperanza con la sentenza del 18 gennaio 2013 della stessa Corte che ha escluso la Sua tra le normative di riferimento ammesse per questo giudizio".

Il ministro della Difesa Mario Mauro, dall'India - dove si è recato per sostenere i due fucilieri - su Facebook scrive: "Ho trovato Massimiliano e Salvatore forti e liberi, perché sono dotati di una tempra eccezionale". Due persone "che hanno uno spirito che li fa sentire appartenenti all'Italia profondamente e che li fa essere riconoscenti verso l'intera nazione. Non lasceremo nulla di intentato in modo da poter ribattere colpo su colpo".

Il legale dei due fucilieri, Mukul Rohatgi, ha ribadito con forza il 'no' della difesa alla decisione indiana di applicare il Sua Act al caso. "Sono ufficiali della Marina e non pirati". Il giudice B. S. Chauhan ha annunciato che la Corte ascolterà le parti il prossimo 18 febbraio per poi prendere una decisione.

Da Bruxelles è intervenuta sul caso l'alto Rappresentate Ue per la Politica estera Catherine Ashton. "Quello che mi preoccupa di più - ha detto - è che la legislazione che viene utilizzata faccia riferimento al reato di terrorismo, che ha implicazioni molto grandi per l'Italia e per i Paesi impegnati in operazioni antipirateria. Siamo molto preoccupati". In Consiglio Affari esteri Ashton ha definito "inaccettabile" l'accusa di terrorismo per i due fucilieri.

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