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Trump dichiara guerra legale all'Fbi per lanciare la sua nuova campagna

23 agosto 2022 | 14.09
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La mozione di 27 pagine con cui i suoi avvocati hanno chiesto la nomina di uno special master, un giudice indipendente per sottrarre ai federali la revisione dei documenti sequestrati a Mar a Lago, appare come una road map elettorale per presentare un candidato alla Casa Bianca perseguitato dall'attuale amministrazione dem

Trump dichiara guerra legale all'Fbi per lanciare la sua nuova campagna

Donald Trump dichiara guerra legale all'Fbi e al dipartimento di Giustizia a guida democratica, mostrando anche come intende sfruttare tutta questa vicenda per lanciare una nuova campagna per la Casa Bianca nel 2024. E' questo l'obiettivo della mossa dei suoi legali che hanno presentato ad un giudice federale della Florida una richiesta di bloccare ogni ulteriore esamina da parte dei procuratori federali dei documenti sequestrati nella residenza di Trump fino alla nomina di uno "special master", un giudice terzo non dipendente dal dipartimento che deve garantire sull'integrità di questo materiale.

E soprattutto stabilisca se sono stati sequestrati documenti privati di Trump - come è successo per i suoi passaporti - ordinandone l'immediata restituzione. La mossa rientra nel tipico modo in cui il Trump, tycoon prima e presidente dopo, usa il sistema legale per ritardare, deviare, distorcere e politicizzare accuse contro di lui.

La mozione presentata dai suoi avvocati, in tutto 27 pagine, appare poi - fa notare la Cnn - una vera e propria roadmap di come Trump intende presentarsi come nuovo candidato presidenziale, vittima di un'ingiusta persecuzione giudiziaria ordita dall'amministrazione democratica per cercare di fermarlo.

E tutto con un solo semplice obiettivo: allontanare, con nuove accuse rivolte al sistema, l'attenzione dalle pesanti accuse che gli sono state mosse - e che hanno giustificato la perquisizione senza precedenti dell'abitazione di un ex presidente - di aver rimosso dalla Casa Bianca centinaia di documenti classificati.

Secondo quanto ha rivelato il New York Times, una volta terminata la presidenza Trump ha trattenuto oltre 300 documenti top secret. La metà, 150, sono stati recuperati lo scorso gennaio dai funzionari degli archivi nazionali che hanno per primi scoperto la scomparsa. Un altro gruppo poi è stato consegnato ai funzionari del dipartimento di Giustizia andati a Mar a Lago lo scorso giugno per sollecitare la consegna di tutti i documenti trattenuti.

Cosa che non avvenne, portando quindi allo show down della perquisizione di due settimane fa durante la quale, secondo quanto rivelato dal Washington Post, l'Fbi cercava documenti relativi all'arsenale nucleare americano.

Quindi non solo Trump avrebbe sottratto materiale top secret - avanzando poi la giustificazione che lui avrebbe declassificato tutti quei documenti prima della fine della presidenza, operazione che un presidente può fare ma deve documentare attraverso un processo verificabile - ma avrebbe anche ostacolato l'inchiesta per recuperarli, secondo quanto emerge dal mandato dell'Fbi che indica che l'ex presidente è indagato non solo in base all'espionage act ma anche per "ostruzione di indagine federale".

In quest'ottica, va inserita anche la richiesta presentata dagli inquirenti - sempre secondo quanto rivelato dal Times - di ottenere le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di Mar a Lago precedenti alla perquisizione dell'8 agosto per vedere in che modo sono stati gestiti i documenti.

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