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Wikileaks: via libera a terapia ormonale per Chelsea Manning

13 febbraio 2015 | 08.51
LETTURA: 2 minuti

Il militare condannato a 35 anni di carcere che ha cambiato il suo nome di battesimo, Bradley, attualmente nella prigione dell'esercito di Fort Leavenworth. Lo riferisce 'Usa Today', citando una nota del colonnello Erica Nelson

Bradley Manning in una foto del 2012 (Fonte Wikipedia)
Bradley Manning in una foto del 2012 (Fonte Wikipedia)

Chelsea Manning, il militare condannato a 35 anni di carcere per la vicenda Wikileaks e che ha cambiato il suo nome di battesimo, Bradley, potrà sottoporsi ad una terapia ormonale alla prigione dell'esercito di Fort Leavenworth. Lo riferisce 'Usa Today', citando una nota scritta il 5 febbraio dal colonnello Erica Nelson, comandante di Fort Leavenworth.

"Dopo aver esaminato attentamente - si legge nel memo - la raccomandazione che (il trattamento ormonale) è clinicamente appropriato e necessario, e valutato tutti i rischi relativi per la sicurezza, approvo l'aggiunta (della terapia ormonale) al piano di trattamento del detenuto Manning". Nel febbraio del 2013 Manning - che allora era ancora Bradley - ammise di avere consegnato al sito fondato da Julian Assange centinaia di migliaia di file segreti di Pentagono e Dipartimento di Stato, la cui pubblicazione rese Wikileaks famoso in tutto il mondo. In seguito, il 21 agosto, la corte marziale trovò Manning colpevole di spionaggio per aver consegnato a Wikileaks il materiale segreto sulle guerre americane.

La sentenza del giudice ridusse notevolmente la pena rispetto alle richieste dei procuratori militari che avevano chiesto una condanna a 60 anni di prigione. Lo scorso 23 aprile, il giudice del Kansas David King ha accettato la richiesta legale dell'ex analista di intelligence dell'esercito di cambiare il suo nome da "Bradley Edward" in "Chelsea Elizabeth". Il 24 settembre, Manning aveva intrapreso un'azione legale sostenendo che l'esercito sarebbe venuto meno al suo obbligo costituzionale di fornire il trattamento per la sua disforia di genere.

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