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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

14 giugno 2017 | 10.47
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Una delle patologie sociali più gravi del nostro Sud è certamente quella della condizione adolescenziale nei quartieri difficili: non c' è bisogno di elencare dati, né di descrivere situazioni. Che possiamo fare? Contenere le devianze più acute con la repressione; incoraggiare le esperienze di terzo settore che cercano di fare argine (con risorse ormai pressoché nulle). Sono risposte evidentemente parziali". Lo scrive su Avvenire Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. "Suggerisco al Governo di realizzare un intervento di sostegno ad iniziative di aggregazione giovanile nei quartieri e nei territori difficili, anche nel Centro-Nord. Alcuni interventi sono in attuazione come quelli possibili grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, promosso dal Governo e dalle Fondazioni di origine bancaria. Ma bisogna fare di più. Sogno di vedere un giorno un Governo individuare in queste questioni le cause vere del divario e che, annunciando le misure economiche per rilanciare lo sviluppo al Sud, metta al primo posto questi interventi", dice.

"Non si possono affrontare le nuove sfide del lavoro con le lenti del Novecento". Lo dice Marco Bentivogli, 47 anni, rieletto la scorsa settimana con il 97% dei voti alla guida della Fim-Cisl, al Sole 24 Ore. Alla vigilia della Quarta rivoluzione industriale il sindacato "invece di tracciare scenari tragici del futuro", deve "occuparsi di cosa serve già adesso al lavoratore". Il segretario generale della Fim prende le distanze dai "catastrofisti" che imputano alla rivoluzione tecnologica la perdita di milioni di posti di lavoro, ricordando che "semmai c'è il ritardo tecnologico dietro la disoccupazione", nella convinzione che "la tecnologia, insieme ad una diversa organizzazione del lavoro, e alla formazione sono tre fattori di successo", solo per citare un esempio hanno "contribuito a far rientrare in Italia le produzioni di Fca e Whirlpool".

"Sono qui per cambiare il gruppo Generali con l' ambizione di fare sempre meglio". Philippe Donnet è da poco più di un anno alla guida del Leone e spiega a La Reoubblica come cambierà. "Noi non siamo più "di sistema" in questo senso. I nostri concorrenti sono internazionali e giochiamo in Champions League, non in un campionato nazionale. Per questo non possiamo permetterci di appartenere a un "sistema". E anche all' Italia conviene di più che ci siano tante multinazionali forti come noi. Ciò detto, se c' è un problema e si può contribuire a risolverlo, salvaguardando allo stesso tempo gli interessi dei nostri azionisti e degli assicurati, siamo sempre disponibili a farlo". Anche dando di nuovo una mano per le banche venete? "No, su questo abbiamo già dato partecipando ad Atlante 1". Avete in cassaforte circa 60 miliardi di titoli di Stato italiani. Quota destinata a rimanere invariata o a scendere? "Molto dipenderà dall' andamento dei tassi. Ma vogliamo anche investire in altre e nuove asset class".

Gianfranco Pasquino, politologo dice al Giornale a proposito delle ultime elezioni: "È stata una rivincita delle coalizioni. Qualcuno si è accorto che è bene costruire un' alleanza, che non c' è un uomo solo al comando e nemmeno un partito solo al comando. Questo vale per il centrosinistra e, soprattutto, per il centrodestra che in qualche modo rinasce, ma sul fondamento di un elettorato che esiste e che premia la coalizione quando si presenta abbastanza coesa e quando trova candidature di una certa qualità come nel caso di Genova e Verona".

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