cerca CERCA
Domenica 28 Aprile 2024
Aggiornato: 21:43
10 ultim'ora BREAKING NEWS

8 marzo: lo studio, in sanità e assistenza infermiera più a rischio infortuni

03 marzo 2015 | 09.43
LETTURA: 4 minuti

Anmil: "Oltre 10mila infortuni l'anno".

8 marzo: lo studio, in sanità e assistenza infermiera più a rischio infortuni

"E' l’infermiera l’operatrice più colpita in assoluto da infortuni tra tutte le figure professionali che operano nella sanità o nell’ambito dell’assistenza sociale". E' quanto emerge dallo studio sui rischi legati al lavoro delle donne che operano nel settore della sanità 'Prendersi cura di chi ci cura - La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria', realizzato dall'Anmil, Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, in vista della giornata della donna.

"Ogni anno le infermiere -precisa- subiscono, infatti, oltre 10.000 infortuni, pari al 32% del totale. In pratica, su tre operatrici sanitarie infortunate una è infermiera. Tra le altre figure professionali, incidenze infortunistiche di rilievo si riscontrano per le operatrici socio-sanitarie (con il 10% del totale), le ausiliarie ospedaliere (5,3%) e le portantine (4,1%)".

"La prima causa di infortunio -continua- per le donne che operano nella sanità è rappresentata dalla 'caduta di persona' che conta nel 2013 circa 5.500 infortuni, pari al 23% del totale. Si tratta di eventi di natura 'generica' dovuti a scivolamenti, urti, perdita di equilibrio, ecc. connessi alle innumerevoli 'barriere architettoniche' che si incontrano in ambienti e strutture così complessi e spesso precari".

"Una causa 'specifica' -rileva ancora lo studio Anmil- connessa al sollevamento o lo spostamento di pazienti è alla base di gran parte dei circa 4.000 infortuni (17% del totale) dovuti a 'Movimenti sotto sforzo fisico'. Ma esiste anche un altro rischio di natura molto particolare e diffuso soprattutto tra le operatrici di questo settore: aggressione o violenza da parte di estranei".

Dei circa 4.000 infortuni indennizzati complessivamente dall’Inail nel 2013 per questa particolarissima tipologia di eventi, si osserva, "circa 1.200 (quasi un terzo del totale) sono avvenuti nella sanità e di questi ben il 71% (851 casi) ha interessato la componente femminile: si tratta in genere di aggressioni da parte di pazienti (per lo più psicolabili), di parenti o di altri utenti per motivi vari o di casi similari".

"Dei 23.530 infortuni indennizzati nel 2013 alle operatrici sanitarie -precisa lo studio- la stragrande maggioranza, ben 22.712 pari al 96,6% del totale, si è risolta con esiti di inabilità temporanea al lavoro; la quota di infortuni con esiti permanenti, pari al 3,4% del totale, è notevolmente inferiore a quella media nazionale (8%) e a quella di settori ad 'alto rischio' come le costruzioni (12%). Tenendo conto della durata media delle inabilità temporanee indennizzate rilevata dall’Inail (24 giorni) e dei giorni non indennizzati per i casi in franchigia, si può stimare che ogni anno le operatrici della sanità perdono circa 600.000 giornate di lavoro a causa degli infortuni".

"Il 90% di tutte le malattie professionali denunciate dalle operatrici sanitarie -continua l'Anmil- riguarda l’apparato muscolo-scheletrico e osteo-articolare, ed è dovuto a sovraccarico biomeccanico, posture incongrue, movimenti scoordinati o ripetuti, ecc. Queste patologie hanno conosciuto una crescita notevolissima a seguito dell’emanazione delle nuove 'Tabelle delle malattie professionali' che hanno esteso l’elenco di quelle tecnopatie che godono della cosiddetta 'presunzione legale d’origine professionale', inserendo in 'tabella', appunto, le patologie muscolo-scheletriche".

Nell’ultimo quinquennio, si sottolinea, "le patologie muscolo-scheletriche delle operatrici sanitarie sono cresciute di ben il 73%, passando dai 762 casi del 2009 ai 1.319 del 2013". "Per le altre malattie professionali - aggiunge - si registrano, invece, numeri molto più ridotti (poche decine di casi l’anno) sia per quelle tradizionali (malattie respiratorie e malattie cutanee ad esempio) che per quelle emergenti come i disturbi psichici e comportamentali, tra i quali vanno segnalati lo 'stress lavoro correlato' e il 'burnout', un malessere lavorativo di natura psico-fisica che colpisce in modo particolare proprio gli operatori della sanità".

"Queste tipologie di disturbi di natura psichica -precisa lo studio Anmil- si vanno sempre più diffondendo nella nostra società ma, per una serie di fattori legati alle difficoltà di accertamento della causa lavorativa, risultano ampiamente sottostimate nelle statistiche ufficiali".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza