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Lavoro: Reboani, bene riforme, ora digitalizzare cpi e più rapporto con privato

Il presidente e ad di Italia lavoro parla anche della nuova Anpal (video)

Paolo Reboani, presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro
Paolo Reboani, presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro
25 maggio 2016 | 12.13
LETTURA: 3 minuti

"Sul fronte delle riforme per il mercato del lavoro, penso che in Italia abbiamo fatto notevoli progressi. A mio avviso, ora mancano tre cose fondamentali: la completa digitalizzazione e informatizzazione dei centri per l'impiego, un maggiore rapporto tra i servizi privati e i servizi pubblici e un set di regole uniformi in tutte le Regioni. E credo che oggi ci siano le condizioni per raggiungere questi obiettivi". E' quanto afferma a Labitalia Paolo Reboani, presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro (video).

Un percorso, quello delle riforme del mercato del lavoro, iniziato alla fine degli anni Novanta, ricorda Reboani, "con molti strappi e difficoltà e oggi, sul lato della legislazione, siamo sostanzialmente in linea con i paesi europei". "Sul lato delle politiche attive, attendiamo il referendum costituzionale e vedremo se ci darà la possibilità di riorganizzare anche queste in una dimensione più europea", aggiunge.

"Dal punto di vista dell'architettura, abbiamo indubbiamente molto tagliato sulle politiche passive nell'ultimo biennio - sottolinea - e quindi abbiamo messo il tarlo della responsabilità del singolo soggetto sulle politiche attive".

"La costruzione delle politiche attive dipenderà molto da quest'ultimo passaggio - ribadisce il presidente di Italia Lavoro - e da come il livello nazionale riuscirà a parlare in maniera più coerente e più sincronica con le Regioni. Finché continuiamo ad avere competenze divise, certo è molto complicato".

Osservando le statistiche sull'occupazione, Reboani spiega che, "fermo restando che forse sarebbe anche il caso di fare un po' di ordine nell'uscita e nella gestione dei dati sul mercato del lavoro, che continua a essere abbastanza complicata anche nel messaggio che diamo ai media, i dati ci dicono che gli incentivi monetari funzionano, che nel momento in cui li diminuiamo le imprese assumono di meno, e che se non c'è ripresa anche la ripresa dell'occupazione è molto complicata".

"Il dato positivo è che gli incentivi hanno stabilizzato i lavoratori e questo, soprattutto per i giovani, è già un risultato molto significativo", conclude.

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