cerca CERCA
Domenica 28 Aprile 2024
Aggiornato: 15:06
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Squinzi, quest'anno non ci sarà crescita né lavoro

29 maggio 2014 | 14.06
LETTURA: 3 minuti

Squinzi, quest'anno non ci sarà crescita né lavoro

Roma, 29 mag. (Labitalia) - "Senza riforme è impossibile agganciare la crescita. Temo però che anche quest'anno la crescita che vorremmo vedere non ci sarà e, assieme alla crescita, non ci sarà il lavoro. Questa è per me la sofferenza più grande, come imprenditore e come cittadino". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dal palco dell'assemblea. "Qualche analista si era spinto ad annunciare la fine della crisi", ricorda ancora Squinzi riandando alla famosa querelle con l'ex ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni, sulla luce o meno in fondo al tunnel. "Noi più modestamente e pragmaticamente avevamo guardato i grandi numeri e detto che i segnali erano contraddittori", aggiunge, e i dati Pil sul primo trimestre "sono arrivati a gelare l'ottimismo". Dalla crisi, d'altra parte, per Squinzi, si esce solo investendo. "E di questo c'è qualche traccia ma ancora troppo debole", prosegue riproponendo l'elenco delle cose da fare per agganciare la ripresa: sciogliere il nodo della ristrettezza del credito; snellire gli adempimenti burocratici ("piombo sulle ali dell'impresa"); stimolare investimenti e ricerca; una pa al servizio dell'impresa e non contro; una giustizia rapida ed efficiente.

"Non ci rassegniamo a un Paese stanco e sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura dell'impresa, del merito e del rischio", avverte e rimarca che "non è questa l'Italia che vogliamo". "E' arrivato il momento di costruire un'Italia nuova", dice Squinzi. "E' compito nostro - afferma - superare le vecchie logiche, non avere paura del nuovo. Da questa crisi, che non sembra finire mai, possiamo uscire solo decidendo ciò che da almeno due decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare facendo. Il mio mandato ha l'obiettivo di contribuire a fare un'Italia più amica delle imprese e degli imprenditori".

"Ovunque l'industria è al centro delle politiche. Ovunque ma non in Italia. Non come vorremmo. Il ministro dello Sviluppo economico ha la giusta sensibilità e una storia personale per farlo", dice poi, con un 'endorsement' per Federica Guidi, tornando a richiedere centralità per l'impresa nelle politiche di rilancio che il governo si appresta a varare. "Bene farà la Bce a intervenire per spezzare sul nascere l'eventualità di un effetto combinato recessione/deflazione che metterebbe nuovamente l'Unione e l'euro a repentaglio", dice ancora.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza