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Sud, Mazzuca (Confindustria): "Attenzione nuovo governo fondamentale per ripresa Paese"

19 febbraio 2021 | 15.17
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Il vicepresidente degli industriali: "E con Recovery Plan la grande sfida è fare spesa produttiva, in grado di attivare le leve della crescita economica in maniera duratura"

Natale Mazzuca, vicepresidente di Confindustria
Natale Mazzuca, vicepresidente di Confindustria

"Se riparte il Mezzogiorno riparte l’Italia, e non è solo uno slogan". Lo dice, ad Adnkronos/Labitalia, Natale Mazzuca, vicepresidente di Confindustria. "L’attenzione del nuovo governo al Sud, su cui nutriamo speranze -sottolinea l'esponente confindustriale- anche per le affermazioni del presidente Draghi in Parlamento, è fondamentale per la ripresa del Paese". "Ma una politica di sviluppo delle regioni meridionali non va letta in una chiave oppositiva rispetto alle aspettative delle regioni del Nord produttivo che hanno sempre trainato la produttività e il pil dell’Italia. C’è una reciproca interdipendenza tra le diverse aree del Paese: gli squilibri territoriali, sociali ed economici non giovano a nessuno", dice Mazzuca.

"Alla ministra Carfagna, che non ha bisogno di consigli, sento di rivolgere un appello: la sua attenzione sia rivolta a tutto il Sud, anzi, ai Sud, perché ogni realtà ha le proprie specificità sociali e produttive" dichiara poi il vicepresidente di Confindustria Natale Mazzuca, spiegando: "La chiave di tutto è racchiusa nella sua delega: 'Coesione territoriale'. Solo con un Mezzogiorno più coeso al proprio interno e legato al resto del Paese, l’Italia ritornerà ad avere il ruolo di primo piano a livello internazionale che le compete e che, anche grazie all’autorevolezza del presidente Draghi, potremo riacquistare rapidamente". Mazzuca, comunque, ricorda positivamente anche l'azione del precedente ministro del Sud. "Bisogna dare atto del buon lavoro svolto dal precedente ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, che ha dimostrato competenza e conoscenza dei problemi, anche alla luce della sua esperienza all’interno di una realtà importante come la Svimez. Mi auguro, e anzi sono certo, che la stessa attenzione e la stessa capacità saranno dimostrate dalla ministra Mara Carfagna, una donna del Sud che si è già distinta nei suoi precedenti incarichi di governo per rigore istituzionale e amore per il Mezzogiorno".

Ora si apre anche la partita del Recovery Plan. "Per lo sviluppo del Sud si pongono due questioni: la prima è legata alle risorse, la seconda alla loro più efficace gestione. Se per un verso penso sia giusto e doveroso che una parte adeguata del Recovery sia destinata a quest’area del Paese, per l’altro verso, sono convinto che la grande sfida sia quella di fare spesa produttiva, in grado di attivare le leve della crescita economica in maniera duratura", dice Mazzuca che aggiunge: "Per questo, occorre compiere uno sforzo collettivo per una programmazione di alto profilo, unita a una rafforzata capacità di progettazione, impegno e spesa dei finanziamenti nazionali, dei fondi strutturali europei e, da ultimo, delle importantissime risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. C’è un Mezzogiorno che ha visione, attento all’innovazione e pronto a mettersi in gioco. Questo capitale umano ed economico può creare il valore aggiunto dell’Italia del futuro".

Spendere le risorse che metterà a disposizione il Pnrr a favore del Mezzogiorno "negli asset strategici individuati dall’Europa, 'declinati' secondo le esigenze effettive del Sud: la sanità, le infrastrutture, la transizione digitale ed ecologica, le politiche attive del lavoro, e soprattutto l’economia del mare che può rappresentare una grande opportunità di crescita attraverso i grandi porti di cui dispone l’Italia, autentica piattaforma logistica dell’Europa nel Mediterraneo", invita Mazzuca che conclude: "Inoltre, alla luce di nuove stabilizzazioni produttive e all’accorciamento delle catene del valore le Zes e le Zls possono diventare aree per l’insediamento di nuove attività manifatturiere. Un unicum forse a livello mondiale. Mi auguro che i porti del Sud trovino posto, in quanto strategici per l’Italia, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza". (di Mariangela Pani)

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