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Poletti: su dl lavoro non difficile un ragionevole punto d'intesa

03 aprile 2014 | 17.11
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Poletti: su dl lavoro non difficile un ragionevole punto d'intesa

Roma, 3 apr. (Labitalia) - "Non è molto difficile arrivare ad un ragionevole punto di intesa". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un convegno a Roma, sintetizza l'incontro con il Pd di ieri sera. Un incontro "assolutamente utile e molto costruttivo", che ha visto valutazioni di merito differenti, ma che ha tracciato almeno un percorso entro il quale poter ritoccare il provvedimento. "Credo che siamo nel contesto di un sostanziale mantenimento della norma così come l'abbiamo scritta e prevista ma con qualche aggiustamento di quelle parti che a seguito della discussione politica e delle audizioni si verifichi sia opportuno cambiare", spiega infatti il ministro.

Due, dunque, i punti di attacco individuati dall'incontro: uno che riguarda la formazione nell'apprendistato per verificarne la congruità con la normativa europea, e l'altro che riguarda la possibilità di ritoccare al ribasso le proroghe previste per i contratti a tempo determinato. Un punto, quest'ultimo, su cui Poletti non si sbilancia ma per il quale conferma la possibilità di un ritocco al ribasso. "Sì, è un tema discutibile perchè non c'è un dogma ma solo una valutazione da fare. La discussione però non è ancora iniziata", risponde a chi gli chiedeva se era possibile prevedere una riduzione del numero dei rinnovi contrattuali da 8 a 6.

Il governo farà invece muro sulla eventualità che si rimettano in discussione i mesi di durata del nuovo contratto a termine. "I 36 mesi è uno dei punti essenziali della norma ed è un punto non discutibile perchè la sua logica è fare in modo che con le proroghe sia possibile che una stessa persona resti nello stesso posto di lavoro per tutta la durata del periodo", spiega ribadendo come una riduzione da 36 a 24 mesi e la reintroduzione di una causale sarebbe, dunque, "un controsenso logico".

Perplessità, da parte del ministro, anche sulla richiesta, emersa nel corso dell'incontro con il Pd di reinserire la soglia per la stabilizzazione degli apprendisti. "Personalmente sono poco convinto del fatto che siano gli obblighi che producano gli esiti: se un'impresa è convinta della bontà di una soluzione stabilizza in autonomia, se non lo è interrompe il contratto un mese prima della scadenza, eludendo il problema", spiega ancora Poletti, che guarda comunque all'iter parlamentare come ad un passaggio politico tranquillo e senza imprevedibili ostacoli.

"Non mi aspetto nessun problema particolare, la discussione è molto positiva e tutti hanno preso atto che non c'è un aut aut, prendere o lasciare, da parte del governo mentre mi sembra che ci sia una fortissima convinzione della bontà dell'impianto che abbiamo presentato", dice. Dentro a questa "forbice", dunque, "si può discutere", spiega ancora Poletti che comunque ammonisce: " se qualcuno pensa di fare una cosa diversa da quello che il governo ha proposto e concordato, il governo si opporrà".

E l'intesa raggiunta ieri, al termine dell'incontro, prevede dunque che si protraggano ancora le audizioni per acquisire tutti i possibili elementi sul provvedimento. Per questo è stato deciso lo slittamento, all'11 aprile prossimo, del termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Lavoro alla Camera. Poco prima di questo termine, dunque, il governo farà il punto con il relatore di maggioranza per verificare quanti e quali emendamenti prevedere anche perchè, ricorda ancora Poletti, non è escluso che "alcuni emendamenti li debba fare lo stesso ministero", soprattutto sulla parte relativa alla congruenza con l'Europa.

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