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L.elettorale: Boschi gela minoranza Pd, non servono modifiche

Via a iter dell'Italicum in commissione alla Camera. Area riformista a Renzi: riapriamo il confronto, ma la maggioranza è inamovibile. Fissato per il 17 il termine agli emendamenti. Il 27 i testo in aula. Relatori Sisto e Migliore. 80 deputati del Pd scrivonno al premier Renzi

Maria Elena Boschi
Maria Elena Boschi
08 aprile 2015 | 17.39
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Nulla cambia, almeno per ora, nel Pd sul destino dell'Italicum. La maggioranza del partito resta ferma sulla posizione di Renzi e del voto in Direzione: nessuna modifica. La minoranza insiste per riaprire il confronto nel merito. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, oggi presente alla prima riunione della commissione Affari costituzionali della Camera ribadisce la posizione del governo: "La Direzione ha deciso, ha già dato un indirizzo. Per noi la legge è corretta, funziona, va bene, non ha necessità di modifiche".

Una chiusura che non sorprende la minoranza, che stamane, poche ore prima del via alla riunione in commissione ha diffuso il testo della lettera a Renzi promossa da Area riformista (senza la firma del capogruppo Speranza) e che ha raccolto un'ottantina di adesioni. Siamo solo all'inizio del percorso e in questa fase le posizioni non possono cambiare.

Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà la possibilità di riaprire un confronto nel merito, come chiede la minoranza, soprattutto per quel che riguarda i capilista bloccati e il premio di maggioranza. Intanto, la commissione ha scelto i relatori, che saranno il presidente Francesco Paolo Sisto e Gennaro Migliore; fissato il termine per la presentazione degli emendamenti e il mandato al relatore, rispettivamente il 17 e il 23 o 24 aprile, prima che il testo approdi in aula il 27 di questo mese.

Area riformista, no a scissioni ma testo deve essere miglioratoIl rischio che l'Italicum possa andare al vaglio dell'aula senza il mandato al relatore viene considerata dal vice presidente vicario dei deputati Pd Ettore Rosato molto improbabile, un'ipotesi, dice, "che non ha sostanza". I numeri in commissione, però, sommando quelli delle opposizioni e della minoranza Pd, metterebbero, almeno sulla carta, in pericolo il provvedimento. Ma l'eventualità di una sostituzione dei commissari non si profila per il momento all'orizzonte: "è prematuro parlarne ora", taglia corto Boschi. Il gruppo Pd si riunirà all'inizio della prossima settimana e "prenderà una decisione. Chi non sarà d'accordo lo espliciterà in quella sede", dice Rosato. Forza Italia oscilla tra l'affondo del capogruppo Renato Brunetta, che ribattezza il testo 'Florentinum' e lo definisce "pericoloso" perchè "si è trasformato in un vestito su misura per il consolidamento in regime dello status attuale delle cose in Italia: un fiorentino solo al comando", e la posizione moderata di Sisto: "in una democrazia parlamentare c'è una discussione, un approfondimento, un lavoro di commissione e di aula. Valuteremo volta per volta, emendamento per emendamento, articolo per articolo, quanto il nuovo testo sia compatibile con il suo Dna". La partita più difficile, però, si gioca proprio nel partito del premier: il rischio di una frattura, sottolinea Area riformista, è "enorme" e il Pd "non può permetterselo" perchè ha una grande responsabilità nei confronti del Paese. "È vero che le riforme sono ineludibili ma è altrettanto indispensabile -insiste la minoranza- farle bene. Nessuno di noi vuole veti, ricatti, ultimatum come pure siamo convinti che la parola scissione non debba far parte del vocabolario del Pd". Difficile credere, alla luce di quanto detto oggi da maggioranza e governo, che l'appello della minoranza possa avere qualche effetto. A meno che Renzi non rinunci ad approvare l'Italicum entro maggio.

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