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Anm: "Dinamiche politiche non ci riguardano"

01 agosto 2019 | 09.49
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Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Poniz, sullo stallo della riforma della giustizia: "Sono valutazioni che non spetta a noi fare". Cosa prevede il ddl

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"Le dinamiche politiche interne al governo non sono oggetto di riflessione da parte dell'Anm. Sono valutazioni politiche che non tocca a noi compiere. Perché la riforma della giustizia si sia bloccata non è affare nostro". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Poniz, intervistato a 'Radio anch'io' su Radio Uno.

Rispondendo a una domanda sulla riforma della prescrizione, Poniz spiega che "c'è un equivoco di fondo, che con la riforma della prescrizione i processi siano infiniti. In realtà dissuade il ricorso al 2° e 3° grado di giudizio. Si è sempre detto che della prescrizione si poteva fare un uso strumentale, ora si dissuade da questo possibile uso strumentale. Questa è la ratio della riforma. Già questo è un intervento importante sui tempi del processo". L'Anm, ha ricordato Poniz, "su quella parte della riforma ha da tempo espresso un parere positivo, noi avevamo fatto una proposta che andava in quella direzione, anche se ancorando lo stop a una sentenza di condanna di primo grado".

Quanto alla norma che prevede sanzioni per i magistrati che non rispettano i tempi dei processi, il presidente dell'Anm sostiene che "in questi termini è un intervento muscolare, un pugno battuto sul tavolo. Un intervento apparentemente risolutivo che sconta un difetto nelle premesse. Dire che un'indagine deve durare un certo tempo salvo poi determinare conseguenze disciplinari e processuali senza chiedersi perché c'è un certo numero di procedimenti pendenti è una risposta sbagliata, apparente risolutiva ma draconiana e punitiva". "Siamo d'accordo sulla finalità ma non riteniamo che le modalità scelte siano coerenti con quelle finalità", spiega Poniz.

Per il togato, inoltre, "la separazione delle carriere non c'entrea nulla con i tempi e l'efficienza dei processi". "E' un tema diverso ed eccentrico dal punto di vista logico giuridico, e ha a che fare con lo statuto del pubblico ministero e con la sua carriera separata da quella del giudice", afferma.

Poniz, infine ritiene "incostituzionale" il sorteggio per l'elezione dei togati del Csm. "La Costituzione prevede l'elezione dei magistrati, sorteggio ed elezione sono tra di loro inconciliabili. Se si ritiene che questo sorteggio sia equipollente a una elezione questo può valere per tutti gli organi costituzionali. Apprendiamo una strana deriva lontana dall'idea di democrazia. E' una norma incostituzionale e profondamente sbagliata", ribadisce Poniz, "L'Anm chiede da tempo una riforma elettorale del Csm ma questa è una cattiva riforma".

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