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Berlusconi 'allarga' Forza Italia

11 novembre 2018 | 07.39
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

''A Torino c'è stata una manifestazione spontanea dell'altra Italia, quella delle persone serie, che al governo non chiedono assistenzialismo ma investimenti nelle infrastrutture, per far crescere le imprese e il lavoro, per creare occupazione, per radicare l'Italia in Europa". Con una nota Silvio Berlusconi torna a rilanciare l'Altra Italia. L'occasione è la manifestazione sulla Tav nel capoluogo piemontese. Anche venerdì, durante l'incontro a palazzo Grazioli con Lorenzo Cesa dell'Udc, il Cav ha insistito su questo concetto. Ormai è diventato un chiodo fisso.

Forza Italia così com'è non va bene, va 'allargata', deve essere sempre più aperta alla società civile e a quella parte dell'elettorato moderato rimasto deluso dal centrodestra, fuggito verso altri lidi (M5S e Lega) o semplicemente schifato dalla politica e quindi consapevolmente astensionista. L'Altra Italia appunto. Ovvero, qualcosa di diverso ma non di sostitutivo di Fi, che va subito riorganizzata, ampliando il ventaglio dell'offerta agli elettori. Tra gli azzurri stanchi di inseguire Salvini c'è chi si chiede: "Silvio sarà forse tentato di presentare alle europee liste civiche e magari una chiamata 'Altra Italia', che affianchi Fi, con volti nuovi e pochissimi politici?". Non si sa.

L'unica cosa certa, raccontano, è che, per ora, l'idea dell'ex premier, d'intesa con il 'vice' Antonio Tajani, è quella di ampliare il perimetro dell'area liberal-cristiana del popolarismo europeo e costruire un nuovo contenitore politico. Un ''grande soggetto per l'Europa popolare e liberale'', alternativo all'avanzante blocco sovranista-populista. Niente partito unico, dunque. Sì a una sorta di polo aggregatore, fondato su idee liberali, liberiste, garantiste. Dal carattere moderato, inteso come antidoto ai populismi urlati che sembrano aver preso il sopravvento. Dal chiaro profilo europeista.

Da tre giorni a Roma per una serie di incontri, Berlusconi vuole rafforzare Fi (il cui brand non è in discussione), ormai sotto attacco della Lega, e provare a smarcarsi da Matteo Salvini per poi poter trattare con lui in caso di rottura della maggioranza tra Carroccio e M5S e ritornare a palazzo Chigi.

Le europee saranno la cartina di tornasole. Il presidente azzurro sa che ora il suo movimento viaggia sul 6-7% e l'opa di via Bellerio nei fatti si è già consumata. Per uscire dalla morsa salviniana, ragionano a palazzo Grazioli, bisogna rafforzarsi soprattutto sul territorio, attraverso un rapporto diretto con la gente e rivendicando con forza la propria identità.

Non bastano i social network e le dirette Fb, bisogna tornare in piazza. Ma occorre, anche, organizzarsi e pensare di presentarsi alle elezioni del maggio 2019 con liste forte, zeppe di società civile ed esponenti di quell'altra Italia, appunto, tanto citata in queste ore. Una mossa per allargare e diversificare l'offerta politica agli elettori, stanchi delle ''follie ideologiche'' grilline e che non si riconoscono nelle ruspe salviniane.

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