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Commissione inchiesta Covid, Speranza: "Tribunale politico, lisciano pelo a no vax"

08 luglio 2023 | 08.59
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L'ex ministro della Salute al Corriere della Sera: "Scelta miserabile. Sarà singolare vedere parlamentari vagliare il lavoro di autorevoli scienziati a livello europeo sui vaccini"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"Quella votata è un tribunale politico con fini strumentali: una clava per colpire gli avversari. E lo dimostrano due elementi concreti. Mentre noi avremmo voluto che affrontasse ogni aspetto della gestione dell’emergenza, la maggioranza ha scelto di escludere dal perimetro dell’iniziativa della commissione le Regioni che hanno funzioni costituzionali primarie e fondamentali sulla sanità. Abbiamo chiesto la ragione e la risposta è stata un imbarazzato silenzio". Lo afferma, in un'intervista al 'Corriere della Sera', l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, riguardo alla Commissione parlamentare di inchiesta sul Covid.

"Questa commissione si è data il compito addirittura di verificare le procedure di Ema per l’approvazione dei vaccini. Vaccini che sono stati somministrati in oltre 13 miliardi di dosi nel mondo - continua Speranza - Cioè si occuperanno di Conte, di Speranza, dell’Ema e poi di quello che è successo in Cina, ma non di ciò che è stato fatto a Milano, Roma o Palermo...". "Sarà singolare vedere parlamentari vagliare il lavoro di autorevoli scienziati a livello europeo sui vaccini. Chiaro che si vuole ancora accarezzare il pelo ai no vax. La scelta è politica. E miserabile", continua.

Infine riguardo allo scontro tra politica e toghe sui casi Delmastro e Santanché, Speranza conclude: "Chi governa ha la responsabilità di non innescare mai questa dinamica di scontro tra politica e magistratura. Le affermazioni e i toni emersi da Palazzo Chigi sono gravi. Sono stato indagato anche io, sul Covid, prima che le ipotesi di reato venissero definite in sentenza 'totalmente infondate'. Non è stato facile trovarsi sotto indagine. Ma, tanto più nel ruolo che ricopriamo, abbiamo il dovere di rispondere all’opinione pubblica e rispettare il lavoro dei magistrati. Ci si difende con gli argomenti non attaccando in modo sguaiato".

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