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Da Art bonus a Pompei, Franceschini resta ai Beni culturali

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12 dicembre 2016 | 19.36
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Per anni ha attraversato le stagioni del centrosinistra, dell’Ulivo e del Pd. E ora resta saldamente al governo a guida Gentiloni. Dario Franceschini è confermato ministro dei Beni culturali. Già con Renzi ha legato il suo nome, tra le tante iniziative, al rilancio di Pompei o all'Art bonus. Ma anche al mercoledì al cinema a due euro. E ora con Gentiloni potrà continuare l'opera.

Avvocato, politico, scrittore. La biografia di Franceschini è ricca di voci diverse. Nato a Ferrara il 19 ottobre del '58, segue da giovanissimo la sua passione per la politica: al liceo scientifico Roiti di Ferrara fonda nel '74 l'Associazione studentesca Democratica. Non trascura la professione e esercita come avvocato civilista dall'85. Cassazionista, e' iscritto al registro dei Revisori contabili.

Ma la politica gli prende sempre più la mano. Cresce con Benigno Zaccagnini come punto di riferimento, si iscrive alla Dc e poi prosegue la sua carriera politica nel Ppi fino ai vertici del partito. Intanto, comincia a fare esperienza nelle istituzioni partendo dal consiglio comunale di Ferrara.

Il salto nel giro che conta è con il governo D'Alema, quando diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle riforme istituzionali. Ruolo confermato poi nel successivo governo Amato. Intanto Franceschini contribuisce a fondare la Margherita e poi, con l'Ulivo, diventa capogruppo alla Camera. Quando nasce il Pd, Franceschini è indicato come vicesegretario da Walter Veltroni.

E quando questi si dimette, diventa segretario. Si presenta alle primarie contro Pierluigi Bersani e Ignazio Marino, ma viene sconfitto. Capogruppo del Pd nella precedente legislatura, nel governo di Enrico Letta assume l'incarico di ministro per i Rapporti con il Parlamento e appoggia poi Matteo Renzi nella corsa alla segreteria del Pd.

E non mancano le polemiche sul ruolo che avrebbe giocato nelle fasi che hanno portato alla staffetta a Palazzo Chigi. Franceschini coltiva anche la passione di romanziere: ha pubblicato nel 2006 'Nelle vene quell'acqua d'argento', seguito l'anno dopo da 'La follia improvvisa di Ignazio Rando' e nel 2011 da 'Daccapo'. Ultima fatica letteraria i 'Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado', pubblicato nel 2013 da Bompiani.

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