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Senato: per Napolitano 'un nuovo inizio', già al lavoro a p. Giustiniani/Adnkronos

15 gennaio 2015 | 20.14
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Telefonate, messaggi, incontri per il Presidente emerito nel suo studio al quarto piano. Le visite di Monti e Casini e un pranzo frugale a base di tramezzini. Presto il ritorno in aula a Palazzo Madama. Sulla legge elettorale, ''vedremo cosa si vota''. Chi al mio posto? ''Non lo so nemmeno io''.

Giorgio Napolitano - INFOPHOTO
Giorgio Napolitano - INFOPHOTO

Il day after è stato un nuovo inizio per Giorgio Napolitano, che già oggi si è messo al tavolo nello studio di palazzo Giustiniani come senatore a vita e di diritto. Ad accoglierlo, quando è arrivato a bordo di una Croma color argento, ha trovato la presidente del Senato facente funzioni Valeria Fedeli.

Prima di salire al quarto piano dove si trovano le quattro stanze a disposizione sua e del ristretto staff, non ha rinunciato a salutare la piccola folla di cittadini e giornalisti raggruppata davanti all'ingresso.Un po' ha scherzato, parlando di telecamere e macchine fotografiche come 'armi' delle quali si dovrà fare a meno negli incontri futuri, per forza di cose meno esposti di quando il proscenio era il Quirinale.

Ha parlato sul serio, invece, quando gli è stato chiesto se pensa di partecipare alle prossime votazioni in aula al Senato, dove da martedì entra nel vivo il confronto in aula sulla legge elettorale: "Vedremo cosa si vota e se sarò immediatamente nelle condizioni di partecipare".

Nello studio i quadri con vedute napoletane e la foto con Altiero Spinelli

Una frase che a chi ha cercato di interpretarla è parsa aperta a diverse possibilità: sia la volontà 'einaudiana' di conoscere per deliberare (magari con una larvata cautela sul testo in discussione), sia, più semplicemente, il desiderio di entrare nella nuova dimensione senatoriale con la giusta gradualità. Nella consapevolezza, cioè, che ogni sua parola avrà un peso di rilievo in qualsiasi passaggio politico-parlamentare-istituzionale delle prossime settimane.

Non ultimo, l'elezione del successore al Colle, rispetto al quale, a chi glielo chiede, si limita a dire: "Chi vorrei vedere al Quirinale dopo di me? Vi piacerebbe saperlo, ma non lo so nemmeno io". Sicuro è, comunque, che all'elezione del successore parteciperà, anche se il 'debutto' sarà in aula a palazzo Madama. Superata la fase dei saluti, Napolitano ha preso l'ascensore verso lo studio che fu di Oscar Luigi Scalfaro e che da un lato affaccia in parte sul Pantheon e dall'altro domina la splendida lanterna borrominiana di Sant'Ivo alla Sapienza. Al suo stesso piano, ci sono gli uffici di Carlo Azeglio Ciampi, e, sul lato opposto, quelli dell'ex presidente del Senato Renato Schifani.

Nei circa 120 metri quadri, malgrado il trasloco fosse concluso già da tempo, in realtà non tutto è al posto che assumerà definitivamente. Alle pareti ci sono i quadri di soggetto napoletano, e, soprattutto, è 'tornata' al suo posto sulla scrivania la fotografia a cui il Presidente emerito tiene particolarmente, quella con Altiero Spinelli. Nelle quattro ore circa di permanenza a palazzo, Napolitano ha trascorso gran parte del tempo a rispondere a telefonate e messaggi, a sbrigare la corrispondenza (ci sono molte lettere di Capi di Stato e personalità straniere) e ad incontrare chi è passato a rendergli omaggio o a dargli il benvenuto.

'Ieri ci siamo po' commossi' - Pranzo rapido con tramezzini e spremuta

E' stato il caso dell'ex premier e senatore a vita Mario Monti e del presidente della commissione Esteri di palazzo Madama, Pier Ferdinando Casini. Un tentativo di collegamento telefonico con Renzo Piano, a cui lo lega un rapporto di stima e amicizia, almeno in un primo momento non si è potuto perfezionare perché l'architetto e senatore a vita è all'estero.

Ma si ritroveranno nello stesso edificio di fine '500, insieme agli altri da lui nominati, oltre a Monti: Elena Cattaneo, e Carlo Rubbia. A qualcuno che lo ha incontrato ha dovuto ammettere: "Eh sì, ieri ci siamo un po' commossi".

La nuova fase che si apre, però, secondo chi ha avuto modo di avvicinarlo, schiude per il Presidente emerito anche la possibilità di una maggiore agilità, se non disinvoltura, in diversi aspetti, anche banali, come quando, di qualche anno più giovane, era un parlamentare 'semplice'. A darne l'idea, il pranzo che si è concesso oggi: due tramezzini prosciutto e formaggio e una spremuta d'arancia.

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