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Impazza il toto-presidenti

16 marzo 2018 | 13.37
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

E' entrata ormai nel vivo la trattativa sulle presidenze delle Camere. Da una parte ci sono i 5 Stelle che continuano a rivendicare la presidenza di Montecitorio, con Luigi Di Maio che ci tiene a precisare come al Movimento "non interessa il gioco della poltrona: quello che ci preme è che il Parlamento funzioni al meglio, perché è lì che si decidono le leggi che possono migliorare o peggiorare la qualità della vita di tutti, è lì che le forze politiche devono dimostrare il proprio valore e la propria coerenza".

Dall'altra c'è un centrodestra diviso, con Forza Italia che non vede di buon occhio la trattativa tra M5S e Lega, puntando di più a un'intesa con i dem per tagliare fuori i grillini dalle presidenze. Ma allo stesso tempo il Cav sa che è Salvini il candidato premier della coalizione e spetta a lui condurre il gioco. L'importante è dare un governo stabile al Paese, sarebbe stato il ragionamento fatto da Berlusconi in queste ore, pronto a inserirsi nelle 'pieghe' della trattativa tra Carroccio e M5S per spuntare la presidenza di palazzo Madama per Fi, con Paolo Romani.

Per i 5 Stelle invece il nome che sta circolando con insistenza è quello di Riccardo Fraccaro. Fedelissimo di Di Maio, indicato dallo stesso leader come possibile ministro dei Rapporti col Parlamento in un eventuale governo M5S, il parlamentare trentino ha una legislatura come membro dell'Ufficio di presidenza alle spalle e potrebbe rivelarsi un alleato indispensabile nella battaglia contro gli odiati vitalizi. Ma per la successione alla Boldrini alla presidenza della Camera sono entrati da tempo nel toto-nomi anche Roberto Fico ed Emilio Carelli, anche se le quotazioni dell'ex direttore di SkyTg24 sarebbero in calo.

Per la Lega resta invece in pole Giancarlo Giorgetti, un candidato che potrebbe attirare anche i voti dem. Ma bisognerà vincere le resistenze del diretto interessato, che preferirebbe tenersi lontano dai riflettori e ritagliarsi il ruolo di uomo forte dietro le quinte. Nelle ultime ore è spuntato invece per la presidenza del Senato, sempre in quota leghista, il nome di Giulia Bongiorno, che però non raccoglierebbe un consenso unanime nel partito per i suoi trascorsi finiani e anche per alcune sue battaglie processuali. Sarebbero invece in forte discesa le chance di Roberto Calderoli.

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