Il ministro: "Cessi aggressività verbale dei magistrati, dibattito non degeneri". Parodi (Anm): "Riforma non è attentato, ma difendiamo valori della Costituzione"
Dire che la riforma è un attentato alla Costituzione è "un'affermazione quasi schizofrenica". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, alla 16esima edizione del 'Salone della Giustizia' in un 'face to face' con il direttore del 'Giornale' Alessandro Sallusti. Il ministro ricorda che "la Costituzione ha in sé il suo rimedio e prevede la possibilità di essere modificata".
Nordio dice di augurarsi "che questa aggressività verbale, specie da parte della magistratura cessi e che la polemica sia pure accesa venga mantenuta in termini razionali, pacati e giuridici".
"Da quando sono ministro sono abituato a sentirmi attribuire gli improperi più sciagurati, 'amico della mafia' quando proposi la limitazione delle intercettazioni, 'dei corrotti' quando ho ottenuto l'abolizione dell'abuso d'ufficio", afferma Nordio, aggiungendo che le accuse di attentare alla Costituzione sono "parole insignificanti che però in politica ci stanno. Quello che mi amareggia è che qualche volta queste accuse vengano da magistrati perché la giustizia non può essere strumentalizzata, addirittura prostituita per ragioni politiche. La giustizia sono lacrime e sangue dei cittadini".
"Ammetto che questa riforma può creare perplessità perché è una novità assoluta - continua il Guardasigilli - Auspico, supplico soprattutto la magistratura che, questo dibattito che ci sarà, acceso e polemico, non assuma caratteri degenerati".
"Nordio afferma che la riforma non è un attentato alla Costituzione? Certo che non lo è - dice il presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), Cesare Parodi, a 'Un giorno da pecora' su Rai Radio1 - Qualcuno, sbagliando, aveva detto che il meccanismo in sé non sarebbe aderente alla Costituzione e questo effettivamente non è vero perché l'articolo 138 della Costituzione (sulla revisione costituzionale, ndr) spiega cosa sta accadendo e, al di là dei tempi del dibattito parlamentare, questa riforma è pienamente riconducibile alla previsione costituzionale". Parodi sottolinea però che i magistrati difendono "alcuni valori, contenuti in una parte della Costituzione, che verrebbero messi in discussione se questa riforma venisse approvata".