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Riforme: Senato, seduta urlata tra dollari-verdini e perizie calligrafiche/Adnkronos

01 ottobre 2015 | 18.12
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L'aula di palazzo Madama
L'aula di palazzo Madama

Dollari-verdini, firme false con richiesta di un perito calligrafo, ex funzionari del Senato che corrono in aiuto del governo scrivendo emendamenti apocrifi. Non tutto ma un po' di tutto è successo a margine e a corredo del dibattivo parlamentare sull'articolo 1 del ddl di revisione costituzionale, approvato al termine della mattinata in una seduta 'riscaldata' dall'emendamento Cociancich. Canguro o ghigliottina, lo si chiami come si vuole, l'emendamento passato con una robusta maggioranza, rinforzata dalla pattuglia di Ala, ha spazzato via come un ciclone 220 pagine di emendamenti.

Si è discusso a lungo e con toni accesi sull'autenticità della proposta di modifica presentata dal senatore Pd, al punto che Roberto Calderoli ha chiesto una sorta di espertise. "Dato che qualcuno in quest'aula ha messo in dubbio l'autenticità dei miei emendamenti - ha cominciato il vice presidente del Senato - adesso voglio vedere anche io le copie autentiche e la firma del senatore Cociancich sul suo emendamento, perché vedo che nella maggioranza gli odg scompaiono e ricompaiono all'insaputa dei firmatari".

"Cociancich - ha aggiunto Calderoli - è una persona perbene, un ottimo senatore ma dato che ha confessato a più di un collega che era del tutto all'oscuro di cosa contenesse l'emendamento che porta il suo nome, allora non mi resta che chiedere una perizia calligrafica sulla sua firma". Richiesta rigettata dal presidente Grasso, il quale ha risposto che le firme si ritengono autentiche "fino a prova contraria" e che, non avendo il senatore Cociancich chiesto una verifica, la sottoscrizione in calce all'emendamento fosse da ritenersi del tutto regolare.

Gasparri, Aquilanti 'risolvi-problemi' per conto del governo

Mentre l'opposizione tentava di conquistare tempo con l'ostruzionismo e la maggioranza era tutta protesa a guadagnarlo con l'emendamento-ghigliottina, in aula non sono mancati momenti di 'alleggerimento' con sventolio di banconote e fotocopie caricaturali. Nel primo caso è la Lega ad andare all'attacco di Lucio Barani, senatore socialista, passato da Fi a Ala che nel corso del suo intervento in aula ha puntualizzato di appartenere a un "gruppo di opposizione".

Parole contestate dalla Lega Nord con lo sventolio di "dollari verdini" e da un coro di allusioni sul suo cambio di casacca, con il quale, secondo i leghisti, si è garantito la rielezione nella prossima legislatura. "Contrariamente a quanto volgarmente sostenuto dai senatori della Lega Nord - ha poi replicato Barani in un comunicato - io un lavoro ce l'ho ed e' anche ben remunerato. Quale medico con più di una specializzazione, sono certo che la mia professionalità sia ben maggiore della loro. Li invito, pertanto, a tenersi ben strette le banconote perché in futuro quei soldi serviranno certamente più a loro che a me".

Chiamato più volte in causa dai gruppi di opposizione e invitato dozzine di volte a spiegare la natura e l'origine del suo emendamento, Roberto Cociancich tuttavia è rimasto in silenzio e ha atteso che fosse la presidente della commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro, a riferire sulla proposta di modifica che ha accorciato la strada dell'approvazione dell'articolo 1.

De Petris, Pd rende omaggio a Ingrao ma straccia la Costituzione

Poco prima che l'aula si esprimesse sull'emendamento, Maurizio Gasparri ha chiesto la parola per rivelare che l'autore-ombra dell'emendamento altri non era che Paolo Aquilanti, segretario di palazzo Chigi. "Non c'è dubbio - ha commentato al termine della seduta Gasparri - l'hanno visto diverse volte aggirarsi qui al Senato. Aquilanti è un 'risolvi-problemi', secondo me ha scritto anche l'emendamento Esposito sull'Italicum. Non è un mistero infatti, come hanno potuto constatare i cittadini romani, che il senatore Esposito non riesca a distinguere la differenza tra un autobus e un'aula parlamentare".

Loredana De Petris si è molto accalorata quando è intervenuta contro l'emendandamento incriminato e più in generale contro la riforma. "Ieri gli autori di questa truffa sono andati a rendere l'estremo omaggio a Pietro Ingrao - ha detto la capogruppo di Sel, rivolgendosi ai banchi del Pd - vi dovreste vergognare, perché voi state facendo carta straccia di tutto quello per cui lui si è battuto.

Bersaglio finale dell'opposizione è stata la ministra Maria Elena Boschi. "Con l'approvazione di questa legge - ha detto il pentastellato, Vito Crimi mostrando all'una fotocopia con ritratto della Boschi - la democrazia finisce, caro ministro delle Riforme. Senza aver bisogno di cantarlo le diciamo 'Bella Ciao'".

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