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Scintille Lega-M5S sul reddito

15 dicembre 2018 | 09.51
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(Fotogramma)
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Tensione tra gli alleati di governo sul reddito di cittadinanza. Ad accendere la miccia il commento rilasciato ieri nel corso di un dibattito con Giorgia Meloni su sovranismo e populismo dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. "Il programma elettorale del M5S al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza - ha sostenuto l'esponente leghista - Credo che abbia orientato pochissimi elettori delle mie zone. Magari è l'Italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare".

Parole che non sono passate inosservate, scatenando a stretto giro la replica del vicepremier Luigi Di Maio. "Ho letto questa dichiarazione che il reddito di cittadinanza piace ad un'Italia che non piace a Giorgetti: a me piace tutta l'Italia, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta - ha ribattuto Di Maio - e sono veramente orgoglioso dei nostri concittadini di ogni regione". "Da Palermo ad Aosta a noi l'Italia piace tutta", ha ribadito via social il vicepremier, rivolgendo un invito ai follower: "Il Bel Paese è bello tutto. Lascia un commento dicendo di che zona d'Italia sei! Orgoglioso di essere italiano".

A Di Maio ha fatto eco il capogruppo del M5s al Senato Stefano Patuanelli. "Dire che chi ha votato il MoVimento 5 Stelle è 'l'Italia che non ci piace' è un'offesa nei confronti di milioni di cittadini che il 4 marzo hanno scelto noi perché siamo da sempre l'unica forza politica innovativa e di cambiamento", ha tuonato Patuanelli in una nota. "Come Giorgetti sa bene - ha aggiunto l'esponente del M5S - il reddito di cittadinanza è una misura per il lavoro, che andrà sia a chi vive al Sud sia a chi sta al Nord, che non è solo il centro di Milano, e che proprio per questo permetterà al Paese di tornare a correre. A noi piace tutta l'Italia - ha concluso - specialmente quella che vuole ripartire senza lasciare nessuno indietro".

Tuttavia l'affondo di Giorgetti, che già in passato ha sollevato dubbi sul reddito lamentandone "complicazioni attuative non indifferenti", ha investito anche un altro aspetto del provvedimento. "Uno dei pericoli che vedo nel reddito di cittadinanza - ha ammesso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - è che rischia di creare, soprattutto al sud, lavoro nero". Un rischio che verrebbe scongiurato, secondo Di Maio, attraverso i controlli della Guardia di Finanza. Inoltre, ha puntualizzato ancora il vicepremier, "io il contratto l'ho firmato con Salvini e nel contratto ci sono il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori: noi dobbiamo andare avanti su questa direzione perché se aiutiamo le persone in difficoltà riparte tutta l'economia".

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