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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

06 giugno 2014 | 10.03
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 6 giu. (Labitalia) - "Troppo tardi e troppo poco, specie per i Paesi del Sud dell'Europa". Christopher Antoniou Pissarides, Nobel per l' Economia nel 2010, in un colloquio con 'La Stampa', è preoccupato anche dopo l'intervento della Bce, e ribadisce che senza misure energiche non si riuscirà a porre rimedio ai danni dell' austerity. Tuttavia le parole di Draghi lo hanno moderatamente "rassicurato".

"Francoforte ha atteso troppo a lungo. E' importante che le banche centrali mostrino trasparenza e credibilità. La Bce ha da sempre professato che il suo target sui prezzi è 'un po' al di sotto del 2%», l'inflazione è arrivata a cadere sino allo 0,7%, ed l' Eurotower non ha fatto nulla, non si è mossa per tutto questo tempo. A cosa servono allora gli obiettivi sull'inflazione che lei stessa fissa?".

"Sicuramente la Banca centrale vuole scoraggiare il depositi bancari presso le sue casse, la cosa importante del pacchetto varato ieri è però un'altra: Draghi dice, dopo profonda e prolungata discussione abbiamo deciso all' unanimità di usare, se l'inflazione rimarrà bassa troppo a lungo, strumenti non convenzionali. Non ha spiegato quali. I mercati hanno subito reagito con una correzione del cambio euro-dollaro". Così l'economista Gian Maria Gros-Pietro, da Londra, in un'intervista a 'Il Messaggero', esprime il suo giudizio sulla manovra anti-deflazione della Bce, argomentandola sul piano tecnico.

Sottolinea anche "il fatto che Eurotower ha finalizzato i finanziamenti alle banche. Va ricordato che le due Ltro fatte per 1.018 miliardi hanno consentito agli istituti italiani di fare una provvista di 255 miliardi, dei quali 82 già rimborsati (27 nel primo scorcio del 2014)". "Le misure finanziarie innovative a favore di imprese e famiglie nell'area euro, annunciate dal governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, hanno il fine di migliorare i vari sistemi economici dell' area euro attraverso un rafforzamento delle liquidità delle banche da destinare al finanziamento delle aziende".

Così Francesco Andreozzi, amministratore delegato di Banca del Sud, in un'intervista a 'Il Mattino', denunciando però la necessità che, in affiancamento alle politiche della Bce, "nel nostro Paese si possa giungere in breve tempo a un risveglio dell' economia attraverso una rivisitazione delle politiche nazionali, regionali, provinciali e locali per dare linfa alle migliaia di medie e piccole aziende che, oltre a preoccuparsi del mercato e delle fonti di approvvigionamento, devono ogni giorno lottare contro burocrazia, fisco, inefficienza della giustizia civile, dequalificazione sempre crescente delle fasce giovanili, problemi ambientali, esosità dei pareri consulenziali di esperti che spesso, invece di semplificare, complicano le già precarie condizioni aziendali".

"Sono misure interessanti che vanno nella direzione giusta. Però per abbassare il cambio dell'euro servirà tempo, e ancora di più per rilanciare l' economia. Questa è una maratona, non una gara di velocità. E la parte più dura ancora non è finita: l'economia europea deve prepararsi ad altri tre anni di crescita lentissima, attorno l'1%, e per l'Italia con ogni probabilità ci vorrà ancora di più, anche cinque anni". Nouriel Roubini analizza, con 'Repubblica', una per una le misure del pacchetto annunciate da Draghi insieme con il capo economista europeo del suo think tank Rge, Brunello Rosa.

"Se il giudizio complessivo non è negativo -continua- aspettarsi risultati eclatanti condurrà solo a disillusioni. Probabilmente Draghi sta aspettando a lanciare la carta finale del quantitative easing per essere sicuro che sia efficace. Diciamo che i provvedimenti annunciati preparano la strada a questa misura: prima bisogna ripristinare la trasmissione di fondi dalle banche all' economia reale. Non dimenticate che al di là del quantitative easing non c' è quasi più nulla per riequilibrare le valute e imprimere la scossa decisiva all' economia".

"Ma lei lo sa che in tutta la storia dell'Italia unita, dal 1861 a oggi, non c'era mai stato un tasso d'interesse così basso, per tutti gli impieghi, mutui compresi? Nemmeno negli anni del boom economico si poteva disporre di un costo del denaro così basso". Risponde così il presidente dell' Abi, Antonio Patuelli, in un'intervista a 'Il Sole 24 ore', sulle misure della Bce di Mario Draghi.

"Non è la prima volta -spiega- che la Bce realizza massicce operazioni di rifinanziamento bancario di medio termine. Certo, vi sono state altre due Ltro (longer term refinancing operations) a dicembre del 2011 e nel febbraio del 2012. Anche quelle erano decisioni che riguardavano tutti i paesi dell'eurozona ed erano il frutto di un equilibrio ottenuto fra tante difficoltà tra i vari organi della Bce. Ma il dato essenziale è che quelle operazioni non erano finalizzate specificamente al sostegno alla produzione. Erano dei finanziamenti alle banche e per il loro tramite le banche potevano acquistare titoli di stato e contribuire a risolvere l'acutissima crisi del debito sovrano. In effetti, dopo quegli interventi gli spread sono calati e il "bollore" della crisi si è ridotto".

"L' auspicio è che l' aumento di capitale sia interamente sottoscritto e che non ci siano accolli per le banche del consorzio di garanzia". Lo afferma in un'intervista alla 'Nazione' il presidente di Monte Paschi Alessandro Profumo commentando il varo dell'imminente maxi-aumento di capitale che, aggiunge, "è record, se guardiamo alla capitalizzazione di Borsa". Il lavoro fatto in questi due anni "ci consente di essere, oggi, autonomi e attrattivi" osserva.

L'aumento, aggiunge Profumo, "è sicuramente un passaggio importante. Il solo fatto di essere arrivati qua è un grande risultato. Negli ultimi due anni, se me lo avessero chiesto, avrei avuto più dubbi che certezze. Invece, eccoci qua".

Quanto al futuro assetto della banca senese, "si va verso un mondo nel quale abbiamo un nucleo di azionisti stabili del 9 per cento e il resto - conclude- lo dovremo vedere ad aumento di capitale chiuso".

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