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Coronavirus, team italiano scopre meccanismo immunologico vasculite

12 giugno 2020 | 16.33
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Lo studio dell'azienda ospedaliera universitaria di Modena lo ha individuato per la prima volta

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il team di Emolinfopatologia del Policlinico dell'Aou di Modena ha individuato per la prima volta al mondo il meccanismo immunologico della vasculite, l'infiammazione dei vasi sanguigni, provocata dal Sars-CoV-2. Lo studio, guidato da Luca Roncati dell’Anatomia Patologica, è stato pubblicato sulla rivista 'Clinical Immunology'. Può il Sars-CoV-2 provocare vasculite? A questa domanda ha dato risposta l'équipe modenese, indagando una serie di tessuti vascolari ottenuti da un intervento operatorio resosi necessario a seguito di problemi circolatori, che possono insorgere in alcuni pazienti affetti dalla forma più grave della malattia.

"Per la prima volta nella storia del Policlinico, grazie al contributo di Giulia Ligabue della Nefrologia e Dialisi, diretta da Gianni Cappelli, è stato messo a punto un protocollo sperimentale per l'applicazione dell'immunofluorescenza a materiale istologico fissato in formaldeide ed incluso in paraffina - sottolinea l'Aou di Modena -. Un'intuizione che ha permesso di svelare i depositi di immunocomplessi e della frazione C3 del complemento, fondendo insieme le più avanzate tecniche istopatologiche e di istochimica automatizzata. In questo modo è stato possibile indagare in massima sicurezza tessuti asportati chirurgicamente e sottoposti a preventiva inattivazione della carica virale in liquido fissativo".

"Tutto è iniziato - spiega Luca Roncati, alla guida del team che ha realizzato lo studio- quando ho esaminato, assieme ai miei collaboratori, i primi strisci di sangue periferico provenienti da 15 pazienti ospedalizzati Sars-Cov-2 positivi, dai quali si intuiva una particolare risposta immunitaria, detta T-helper 2, finalizzata ad attivare anche la produzione di anticorpi" e questo studio preliminare è stato pubblicato sul numero 99(6) del 2020 di 'Annals of Hematology', rivista della Società Ematologica Tedesca.

"In seguito- aggiunge Roncati- ho avuto la possibilità di traslare queste acquisizioni alla vasculite da Covid-19, che si configura come una vasculite sistemica da ipersensibilità. Nello specifico, abbiamo rilevato in essa un’ipersensibilità di tipo 3, cioè dovuta a deposizione di molecole di complessi antigene-anticorpo (immunocomplessi) nelle pareti vascolari, a cui fa seguito un’eccessiva attivazione del sistema immunitario (complemento)”.

"Siccome le cellule muscolari lisce della tonaca muscolare dei vasi sono in grado di produrre e rilasciare interleuchina-6 - aggiunge Roncati - il loro coinvolgimento infiammatorio concorre in maniera significativa alla tempesta citochinica in corso di Covid-19 Questo studio conferma il livello d’eccellenza della scuola modenese in Italia e nel mondo, anche di fronte a circostanze emergenziali, e permette di indirizzare nuovi approcci terapeutici, ad esempio con inibitori della frazione C3 del complemento, e nuove strategie vaccinali".

"A questo proposito è interessante ricordare che i colleghi del San Raffaele e dell’Humanitas di Milano avevano testato un farmaco specifico per inibire la frazione C3 del complemento con buoni risultati. Noi - conclude Roncati - abbiamo svelato il meccanismo immunologico che sta alla base dell’efficacia degli inibitori del complemento, dando una motivazione ai risultati del loro approccio empirico, pubblicato sul numero 215 della stessa Clinical Immunology. Insomma, due ricerche italiane costituiscono una pietra miliare nello studio di questa particolare e grave complicanza da Sars-CoV-2”.

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