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Covid, perché l'Italia è stata colpita per prima?

Studio da Trieste svela vulnerabilità: fra le cause anche l'inquinamento e la rete capillare di autostrade nell'area padana

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23 settembre 2020 | 12.03
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Una trappola geografica e climatica: è la Valle del Po, specie nelle aree di Codogno e Vo'. Ma a far sì che il nostro paese sia stato tra i primi colpiti dalla pandemia, con più violenza e rapidità, sono stati anche altri fattori: la rete capillare di autostrade nell’area padana, l’alta percentuale di pendolarismo degli abitanti di queste zone, il tasso di inquinamento atmosferico, e non ultima, l’altissima densità abitativa di Veneto e Lombardia. A spiegarlo è 'Why Italy first?', uno studio dell’Università di Trieste pubblicato sulla rivista 'Sustainability', che ha esaminato i motivi della vulnerabilità italiana alla prima ondata della pandemia di Covid-19. Comprendere questi meccanismi è infatti è fondamentale per scongiurare una seconda ondata. Il team che ha condotto la ricerca ne parlerà venerdì 25 settembre a Trieste Next.

Trieste Next è la manifestazione di divulgazione scientifica e tecnologica (completamente gratuita) che si terrà a Trieste da venerdì 25 a domenica 27 settembre. Quest’anno è la nona edizione del festival, e il titolo è 'Science for the Planet. 100 proposte per la vita che verrà' . Una serie di eventi e conferenze che indaga gli scenari scientifico-tecnologici che la nostra società dovrà affrontare soprattutto dopo e durante l’emergenza Covid-19. Proprio la pandemia è al centro di altri appuntamenti: ad esempio, quello che vede protagonista Paola Storici è ricercatrice senior di Elettra Sincrotrone Trieste, il centro di ricerca che ospita l’anello di luce di sincrotrone, una infrastruttura che utilizza i raggi x “molli” per analizzare la materia, come le molecole che un giorno potranno diventare dei farmaci anti-Covid.

Proprio di questo si occupa Paola Storici, e capo del laboratorio di produzione di Proteine: non basta infatti un vaccino (quando ci sarà) per combattere Covid-19. E' più che mai necessario avere terapie efficaci. Il tempo è una variabile cruciale: come vagliare il più in fretta possibile tutte le molecole candidate a diventare farmaci anti-Covid? In questo senso il supercalcolo è un alleato prezioso e l’Unione Europea ha lanciato il progetto Exscalate4cov, gestito da un consorzio di realtà d’eccellenza internazionali. Obiettivo, identificare molecole utili per la terapia contro Covid-19 sfruttando l’immensa capacità di calcolo di una rete di computer potentissimi in tutta Europa.

Paola Storici entrerà nel dettaglio di questa ricerca nel suo intervento a Trieste Next 2020, domenica 27 settembre. Sabato 26 ci sarà anche una tavola rotonda che prende spunto dalla pandemia per affrontare un tema strettamente legato alla salute e che sembra essere stato un po' accantonato dal lockdown: "Dopo il Covid il riscaldamento globale: siamo preparati?". L'emergenza sanitaria ha infatti dimostrato la necessità, a livello globale, di strategie e di sistemi operativi capaci di risposte efficaci e rapide. Quali insegnamenti possiamo trarre per affrontare l’emergenza climatica? I relatori cercano anche similitudini e differenze tra le dinamiche e le risposte della società tra l'emergenza Covid-19 e quella del cambiamento climatico.

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