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Malattie rare, bimbi senza milza: terapia italiana azzera morti per infezioni

21 dicembre 2016 | 16.17
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Un taglio del 30% dei ricoveri e mortalità per infezione azzerata. Funziona e si candida a ispirare future linee guida internazionali la strategia messa a punto dall'ospedale Bambino Gesù di Roma per i piccoli affetti da eterotassia, una rara malattia congenita (1 paziente ogni 10-20mila nati) che causa lo spostamento e la malformazione di organi vitali come cuore e fegato, e l'assenza o lo sviluppo anomalo della milza nel 50% dei casi. Il protocollo della struttura pediatrica capitolina prevede di sottoporre i baby-malati fin dalla nascita a profilassi antibiotica e a un programma vaccinale ad hoc. I risultati di 7 anni di applicazione sono stati pubblicati sul 'Journal of Allergy and Clinical Immunology-Jaci'.

Sono stati i ricercatori dell'Area di Diagnostica e Immunologia del Bambino Gesù, diretti da Rita Carsetti, a capire perché i bambini senza milza sono più esposti alle infezioni. Uno studio condotto all'inizio degli anni 2000 ha infatti scoperto che l'assenza dell'organo provoca la drastica riduzione delle cellule B della memoria, deputate a difendere l'organismo dall'aggressione di agenti patogeni. Chi è privo di milza, 'habitat naturale' di queste cellule, è in grado di produrle, ma non di mantenerle in vita a lungo, risultando più vulnerabile all'attacco dei batteri.

Poiché la milza gioca un ruolo importante sul fronte delle infezioni, nel 2010 il team dell'Unità operativa di Cardiologia e Aritmologia del Bambino Gesù, guidato da Anwar Baban, ha disegnato e introdotto nella pratica clinica un protocollo di cura differenziato per i bimbi malati di eterotassia con milza (a basso rischio infettivo) e senza milza (ad alto rischio). I pazienti di quest'ultima categoria fin dalla nascita vengono sottoposti a un programma di sorveglianza immunologica e vaccinale associato a terapia antibiotica. Dall'introduzione del nuovo protocollo, nessuno dei pazienti seguiti al Bambino Gesù è deceduto per infezione.

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