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Autopsia con la Tac per le mummie di Brescia

20 febbraio 2018 | 12.46
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da sinistra Valentino Rubetti- Andrea Pietro Vacis-Elena Lancetti-Sabin Malgora-Paolo Schirolli-Francesca Motta -Vittoria Oglietti- Foto Studio Alquati - Foto Studio Alquati
da sinistra Valentino Rubetti- Andrea Pietro Vacis-Elena Lancetti-Sabin Malgora-Paolo Schirolli-Francesca Motta -Vittoria Oglietti- Foto Studio Alquati - Foto Studio Alquati

Tecnologie mediche per svelare i misteri dell'archeologia. Un'équipe multidisciplinare di fama internazionale, il Mummy Project Research (www.mummyproject.it), ha sottoposto a tomografia computerizzata tre teste di mummie egizie, una completamente avvolta in bende e due senza, conservate presso il Civico Museo di scienze naturali di Brescia. Svelando così le 'identità' dei soggetti misteriosi: una donna adulta, un uomo anziano e un bambino. Le indagini sono state eseguite nella serata di ieri presso una delle strutture di eccellenza del ramo diagnostico, la Gemini Rx di Travagliato. Il progetto bresciano è arrivato a una fase cruciale, poiché la Tac ha permesso di effettuare una sorta di autopsia virtuale, svelando fin dalle prime immagini chi sono gli individui mummificati.

Si è scoperto così che la testa avvolta in bende appartiene probabilmente a una donna adulta. La prima delle due teste sbendate appartiene a un uomo dalla corporatura robusta e di età avanzata databile in base al trattamento del corpo all'Epoca Tarda (650-333 a.C.), forse anche Tolemaica (333-30 a.C.); mentre la seconda è di un bambino, il cui sesso non è identificabile, databile sempre in base al trattamento del corpo all'Epoca Romana. L'impresa ha visto la collaborazione di Sabina Malgora, direttore del Mummy Project, archeologa specialista in Archeologia egizia, con il direttore del museo bresciano Paolo Schirolli, Valentino Rubetti, direttore della Gemini Rx, il tecnico radiologo Andrea Pietro Vacis, alcuni membri del Mummy Project quali Chantal Milani, antropologo, odontologo forense, Francesca Motta, archeo-antropologa, Jonathan Elias, direttore Akhmim Mummy Studies Consortium, e i fisici Andrea Gobbato ed Eleonora Gandin.

Le analisi - fanno sapere i ricercatori - sono state effettuate oltre l'orario della normale diagnostica medica, senza interferire con la regolare attività della struttura, e i medici hanno operato al di fuori del loro orario di lavoro, come volontari. La Tac di oggi è uno degli step di un ampio progetto di ricerca, frutto di una collaborazione attiva da anni tra il direttore del museo bresciano e il Mummy Project Research.

Studiare le mummie con analisi sofisticate, tra cui molecolari, chimiche e fisiche, punta a contribuire alla ricerca scientifica. I reperti sono trattati nel più completo rispetto della integrità e della conservazione. Fra i progetti di studio del Mummy Project c'è la mummia del Palais Mamming di Merano, e quelle della Raccolta archeologica dell'Università di Pavia, di cui sono state ricostruite le 'carte di identità' dei due individui e anche il loro volto, attraverso ricostruzioni forensi.

I prossimi passi sulle mummie di Brescia prevedono uno studio approfondito delle immagini radiografiche oggi acquisite per una maggiore comprensione delle vita e della morte dei tre soggetti; ma anche analisi chimiche e fisiche, i cui risultati arriveranno tra qualche mese. Inoltre le immagini 3D elaborate dalla Gemini Rx serviranno per la replica in scala 1:1 di una testa, manipolabile per ipovedenti e persone con diverse abilità, e per la ricostruzione forense del volto che restituirà un'identità completa alla mummia.

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