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Lo studio

Nuovo test rapido rileva ferite infette in 1 minuto

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08 febbraio 2016 | 19.07
LETTURA: 2 minuti

Capire in pochissimo tempo se una ferita è infetta, per intervenire precocemente con i farmaci giusti. I ricercatori della George Washington University hanno messo a punto un nuovo metodo che dovrebbe impiegare appena un minuto di tempo per una risposta, rispetto alle 24 ore necessarie oggi per una coltura batterica. Lo studio, diretto da Victoria Shanmugam, è pubblicato su 'Wound Repair and Regeneration'. Il nuovo metodo utilizza una strategia di rilevazione elettrochimica per identificare le molecole prodotte dal batterio Pseudomonas, che comunemente infetta le ferite croniche.

Il team ha testato l'uso di un sensore elettrochimico - oltretutto piuttosto economico - in grado di rivelare immediatamente la presenza dei batteri sulla base delle tracce di una sostanza, la piocianina, prodotta dallo Pseudomonas. Il test è stato in grado di identificare correttamente la presenza del batterio nel 71% delle volte, e ne ha certificato l'assenza correttamente il 57% delle volte.

"Essere in grado di rilevare lo Pseudomonas e altri organismi infettivi al momento di una visita potenzierà enormemente la nostra capacità di prenderci cura dei pazienti", dice Shanmugam, principale investigatore dello studio We-Heal, un progetto dei National Institutes of Health che indaga il legame tra risposta immunitaria e microbioma delle ferite nei pazienti con lesioni di tipo cronico. "Non dovremmo più aspettare i risultati della coltura per prendere una decisione sugli antibiotici - conclude - e questo ci permetterebbe di assicurare terapie personalizzate ai nostri pazienti".

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