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"Il mio Doc non c'è più", un paese in lacrime per il suo medico

11 dicembre 2020 | 16.46
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(Afp)
(Afp)

"Il mio Doc non era solo un medico. Era una persona grande, un punto di riferimento per tutto e per tutti, era sempre presente. Adesso non c'è più e non so se si capirà bene quello che ha fatto per me, per la nostra famiglia, per tutte le famiglie, per 30 anni". Silvia B., insegnante di francese in una scuola media, non riesce a smettere di piangere Flavio Bison, 63 anni, dottore di famiglia di Legnano, nel Milanese, con studio ad Arconate, paesino della provincia. Poco più di seimila anime, tutte in lacrime come Silvia, che racconta all'Adnkronos Salute il "dolore immenso" nascosto dietro un numero: 251, quello che contrassegna Bison nell''elenco caduti' aggiornato dalla Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) sul proprio sito listato a lutto per tutte le vittime in camice.

Bison era risultato positivo al coronavirus Sars-CoV-2 ai primi di novembre, poi le sue condizioni si erano aggravate fino a richiederne il ricovero in ospedale 3 settimane fa. Ieri il decesso, segnalato in serata alla Fnomceo proprio da Silvia con un messaggio accorato che la Federazione Ordini ha riportato in una nota: "Il mio insostituibile, indimenticabile, premuroso medico, il mio Doc, è deceduto oggi per Covid. Tutta la comunità di cui si occupava è a pezzi", tanto che "ci sarà un lutto cittadino ad Arconate nella giornata delle esequie" in programma domani 12 dicembre alle 10.30 nella Basilica di San Magno, nel cuore di Legnano.

"Chi non ha avuto l'onore di conoscerlo non può nemmeno immaginare la sua grandezza - ha scritto la sua paziente all'Ordine dei medici - Lo si può intuire dai messaggi sinceri sui social. Tante, tantissime persone stanno piangendo sinceramente" e continuano a farlo. "Non credevo di stare così male per questa situazione - spiega Silvia a chi la conosce - ma così come me stanno tutti, credimi. Non è un'esagerazione. Il mio non voleva essere un coccodrillo, ma il ricordo di una persona grande", ripete. "Il nostro Doc, nessuno più di lui davvero medico 'di famiglia'".

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