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Sanità: Milano, robot Avatar del medico in nuova Aritmologia del 'San Donato'

22 settembre 2015 | 12.34
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Sono alti 1 metro e 70 centimetri e Carlo Pappone, il primario dell'Unità di Elettrofisiologia e Aritmologia del Policlinico San Donato, li ha già ribattezzati bonariamente 'Cric e Croc'. Sono loro, due robot 'col camice' - i primi del genere in Italia - una delle novità del nuovo reparto inaugurato ufficialmente oggi alla presenza, fra gli altri, del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, del presidente del gruppo ospedaliero San Donato, Paolo Rotelli, e del cardiologo Josep Brugada, papà della sindrome che ha trovato una cura nell'Irccs alle porte di Milano. Funzionano come un Avatar del medico, del quale hanno la voce e il volto.

Al posto della testa, infatti, c'è uno schermo sul quale compare l'immagine del dottore che prende in prestito il loro corpo fatto di circuiti e bulloni "per interagire con il malato e 'visitarlo'" da remoto, spiega Pappone. In qualsiasi parte del mondo si trovi e solo impugnando un semplice tablet. Le due new entry dell'équipe hanno fatto la loro prima comparsa in pubblico oggi, in un collegamento video con la platea durante l'inaugurazione. Il comando lo sceglie il medico e le braccia meccaniche del robot, le webcam di cui sono dotati, diventano le braccia e gli occhi del camice bianco.

"Non è una tecnologia che allontana medico e paziente, ma li avvicina", assicura Pappone. I due robot, continua lo specialista, "rappresentano una nuova frontiera nella gestione del rapporto con il malato, in cui è richiesta sempre più competenza e un intervento immediato del medico in circostanze critiche. Si può essere presenti anche quando si viaggia per andare ai congressi, o ci si trova all'esterno dell'ospedale". Attraverso il tablet il camice bianco "guida il robot e può dialogare con i collaboratori, entrare nelle apparecchiature e rilevare direttamente i parametri vitali. Con uno zoom può leggere le cartelle cliniche e con i comandi vocali può dirigere i comandi delle macchine". E se i robot in camice per 20 minuti non ricevono alcun comando, innescano la retromarcia e si mettono al muro in carica.

Una delle tante tecnologie presenti nelle nuove sale, per le quali è stato previsto un piano di investimento complessivo "pari a 25 milioni di euro", spiega Rotelli, su una superficie complessiva di 5 mila metri quadri, di cui 2 mila adibiti a blocco operatorio (700 mq ancora da realizzare), 1.500 mq all'area tecnica e altri 1.500 per ambulatori e area direzionale. Nell'Unità operativa lavorano stabilmente 40 operatori, di cui 10 medici, 20 tra infermieri, operatori sociosanitari e tecnici e 10 ingegneri di ricerca.

"Siamo la seconda istituzione di ricerca dopo il Cnr perché i nostri ricercatori si mettono il camice e si confrontano con la professione medica - assicura Rotelli - Qui al San Donato ora andremo a investire nei prossimi due anni circa 70 milioni di euro per ricostruire l'ospedale. Abbiamo un progetto di ampliamento della struttura, che stiamo portando avanti in armonia con il Comune di San Donato milanese. Di fatto questo è un investimento enorme che richiede anche dei prestiti".

Il San Donato, ricorda Lorenzo Menicanti, direttore dell'Unità operativa di Cardiochirurgia, "con Giuseppe Rotelli (padre di Paolo, ndr) ha corso. Ora ha all'attivo 48 mila pazienti trattati in cardiochirurgia, gli over 70 sono saliti a quota 47% del totale, gli ottantenni sono il 13%. E la mortalità ospedaliera è sotto il 3%, nonostante una popolazione sempre più difficile da trattare. Siamo partiti con la valigia di cartone e oggi alleniamo giovani chirurghi stranieri, facendo formazione e non colonialismo sanitario, e dalle nostre sale operatorie sono passati professionisti super famosi. Se in passato nel nostro Paese la gente moriva in lista d'attesa e le collette e i viaggi della speranza per farsi curare all'estero erano all'ordine del giorno, la nostra Regione ha saputo interromperli dando ai lombardi e agli italiani risposte alle malattie".

Di questa "eccellenza - assicura Maroni - abbiamo tenuto conto nella nostra riforma. Se i costi standard andranno in porto, avremo tante risorse e le useremo anche per dare il giusto sostegno alla sanità privata. Tra pubblico e privato nessuno esce penalizzato, la sanità lombarda deve diventare la migliore d'Europa". Fra gli ospiti della giornata anche il cantante Al Bano, da anni amico di Pappone anche se mai suo paziente 'diretto'. L'artista di Cellino San Marco ha concluso la cerimonia con un mini-concerto live e una promessa: comporre un inno anche per l'Irccs San Donato, così come fatto in passato per il San Raffaele di Milano.

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