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Le voci dei 30 'saggi' del Css

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05 febbraio 2019 | 17.50
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Sono divisi tra emozione e riserbo i componenti del nuovo Consiglio superiore di sanità voluto dal ministro della Salute Giulia Grillo, sentiti dall'AdnKronos Salute. Un gruppo di 30 scienziati attivi in Italia e all'estero - messo insieme dopo lo scioglimento anticipato, non senza polemiche, della precedente compagine nominata da Beatrice Lorenzin - che conta conferme e new entry. Fra i primi il genetista nonché direttore scientifico dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma Bruno Dallapiccola, che 'accoglie' nel Consiglio il 'collega' Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Oncoematologia pediatrica della struttura che nei giorni scorsi ha operato, e salvato, il piccolo Alessandro Maria Montresor.

Del gruppo fa parte anche Camillo Ricordi, docente di Chirurgia e medicina dei trapianti dell'Università di Miami e tra i massimi esperti mondiale nel campo dei trapianti di isole pancreatiche per la cura del diabete. Ricordi, fondatore di 'The Cure Alliance', associazione che punta a portare le terapie innovative al letto del paziente, era finito nella bufera per essersi offerto di sperimentare il metodo Stamina, allo scopo di verificarne l'efficacia. Solo tre le donne nel gruppo dei 30 nuovi 'saggi': Paola Di Giulio associato di scienze infermieristiche dell'Università di Torino, Silvia Giordano ordinario di Istologia dello stesso ateneo e Maria Masucci, ordinario di Virologia del Karolinska Institutet di Stoccolma e membro della Commissione Nobel.

"Sono stato contattato dal sottosegretario Bartolazzi: ho avuto con lui una discussione molto interessante sul mio ruolo in questo organismo, dove mi hanno assicurato che le voci critiche sono benvenute", racconta dalla Svizzera Adriano Aguzzi, direttore dell'Istituto di Neuropatologia di Zurigo. "Sono lontano dall'Italia dal 1979, quando sono emigrato in Svizzera, ma ho sempre desiderato contribuire in qualche modo alla mia vecchia patria. Sono stato lieto di essere inserito nel comitato scientifico dell'Iit, dove i giovani ricercatori stanno facendo un lavoro eccezionale. E ora far parte del Css mi dà l'opportunità di restituire all'Italia" quello che ho ottenuto.

"Sono veramente emozionato - dice 'a caldo' l'endocrinologo dell'Università di Padova, Carlo Foresta - Questa nomina significa che il mio operato di questi anni è stato considerato con attenzione. Mi sono occupato di tematiche delicate, e garantisco fin d'ora il massimo impegno per contribuire, insieme ai colleghi, a realizzare una piattaforma sociale e sanitaria che sappia tener conto delle esigenze di programmazione. Esigenze essenziali per una sanità italiana ad alti livelli". Sintetico Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Policlinico Gemelli, che dalla Germania dove sta partecipando a un convegno, si dice "molto contento della notizia e della conferma, è una ottima cosa".

"Non me l'aspettavo - confida invece Mario Alberto Battaglia, ordinario dell'Università di Siena - e ho appreso della notizia dai media. Ma credo che chiunque venga chiamato a dare il proprio contributo, con l'esperienza scientifica e di vita, debba farlo nel migliore dei modi. Io mi sono occupato molto di disabilità e di sclerosi multipla con la Fism (Fondazione italiana sclerosi multipla), che ricordo è la seconda associazione per raccolta di fondi per la ricerca con il 5 per mille in Italia, e porterò con me questo bagaglio".

Da Milano il silenzio di Francesco Longo del Cergas Bocconi ("niente da dire"), mentre si dice "onorato" Andrea Giustina, che all'università Vita-Salute San Raffaele è prorettore per le Relazioni istituzionali e i Rapporti internazionali e ordinario di Endocrinologia e Malattie del metabolismo: "Credo fortemente nelle nostre istituzioni per le quali mi impegnerò a fondo", assicura. I colleghi neo nominati o confermati li definisce "una squadra di altissimo profilo, con cui mi auguro di poter fare un buon lavoro. Prometto impegno massimo e spero che i risultati parleranno per noi. La squadra deve essere pronta a lavorare sulle priorità che stabilirà il ministro. Credo che abbia dimostrato di essere una donna forte, che vuole affrontare questioni importanti. Ho piena fiducia in lei e nelle persone che lavorano intorno a lei".

Si dice "molto lusingato per il mio ospedale e per il mio ateneo" Giuseppe Curigliano, associato di Oncologia medica all'università degli Studi del capoluogo lombardo e direttore Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all'Istituto europeo di oncologia. "Ho saputo della nomina dalla Statale - spiega - Spero di dare il mio contributo alle istituzioni nell'ambito delle mie competenze, e occupandomi di cancro ritengo sia necessario puntare sulla prevenzione primaria dei tumori e spingere molto sulla ricerca e l'innovazione. In questo mio mandato - è il suo proposito - farò di tutto per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di investire su questo fronte".

Sergio Abrignani, docente di Patologia generale alla Statale meneghina e direttore scientifico dell'Istituto nazionale genetica molecolare 'Romeo ed Enrica Invernizzi', affronterà il nuovo incarico "con spirito di servizio, pronto a dare il mio contributo di volta in volta sulle questioni su cui verrò interpellato, in particolare quelle su cui sono impegnato da anni con il mio lavoro. E' molto bello che sia chiamato a questo incarico con un altro docente dell'università Statale: credo sia anche un riconoscimento al lavoro dell'ateneo".

Risponde con una battuta a chi gli chiede un commento sulla sua nomina Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri: "Tranne me sono quasi tutti molto bravi e penso che ci lavorerò bene", ironizza il nefrologo, fra gli esperti che nel dicembre scorso si sono dimessi dall'Istituto superiore di sanità dopo l'addio di Walter Ricciardi alla presidenza. "E' chiaro che sono due situazioni molto diverse", tiene a precisare in merito: mentre "l'Iss dipende dal ministero della Salute e deve seguire gli indirizzi dati dal Governo, il Css è un organo consultivo al quale il Governo chiede pareri. Ha solo i fatti e la scienza come punto di riferimento per muoversi. Esserci è importante".

Dichiara Marco Montorsi, rettore di Humanitas University: "Ringrazio il ministro per questa nomina che mi onora; sono a disposizione, insieme agli altri colleghi, per dare il mio contributo di chirurgo e di docente universitario. Vi sono oggi grandi tematiche in discussione nel Paese, fra le quali quella della formazione specialistica dei giovani medici e dello sviluppo e sostenibilità delle nuove tecnologie in medicina".

Infine un 'cervello' italiano in forze nel Regno Unito. Giulio Cossu, ordinario di Medicina rigenerativa all'università di Manchester, appena 'graziato' in era Brexit da un 'indefinite leave to remain', è stato "colto di sorpresa", racconta. "Perché avevo avuto una conversazione interlocutoria con il sottosegretario Armando Bartolazzi, che conosco da tempo, e mi aveva accennato a questa possibilità di entrare fra i componenti di nomina del Css. E io, pur dicendomi onorato, facevo presente la mia situazione: ho 66 anni, vivo a Manchester dove ho un trial in corso, sono negli advisory board di diversi enti, dal Cnr a realtà straniere. E quando accetto un incarico le cose mi piace farle per bene". Sorpresa a parte, Cossu spiega che "se viene richiesto un contributo tecnico è doveroso fornirlo. Per me è un impegno civile. Ma non deve avere nessuna caratteristica politica - puntualizza - altrimenti mi troverei a disagio".

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