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Sanita': studio, costerebbe fino a 376 mln autosufficienza plasma e derivati (2)

19 febbraio 2014 | 13.53
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(Adnkronos Salute) - Le analisi svolte si sono basate su dati pubblici, di letteratura grigia e scientifica, e di interviste realizzate e registrate a vari interlocutori nazionali e internazionali del sistema sangue. La valutazione di efficienza si è focalizzata su tre criticità: l'organizzazione e l'attività della rete di raccolta di sangue e plasma, e di produzione di emocomponenti; il sistema di produzione e di distribuzione di emoderivati (produzione in conto terzi attualmente in regime monopolistico) da parte del Ssn; il disallineamento tra offerta e domanda di emoderivati, attualmente coperto dal mercato commerciale, ma che si intende superare attraverso un maggiore ricorso alla plasmaferesi e alla produzione in conto terzi.

Con riferimento alla rete di raccolta e di produzione di emocomponenti, si sono evidenziati alcuni elementi critici: "Nonostante una progressiva chiusura dei centri di raccolta con meno di 1.000 prelievi all'anno, il processo di consolidamento degli stessi è ancora in corso", dicono i due autori della ricerca. "Inoltre, per le donazioni in aferesi gli ultimi dati disponibili evidenziano come la produttività considerata ottimale di 400 prelievi all'anno sia presente solo nel Nord d'Italia, soprattutto grazie al contributo di 4 regioni". Nello specifico, nonostante in Italia negli ultimi vent'anni le strutture di raccolta siano state accorpate con la progressiva eliminazione di quelle con meno di 1.000 prelievi, l'attività di raccolta richiede di essere ancora ulteriormente accentrata per raggiungere dei volumi di produzione economicamente efficienti.

Infine, nonostante l'82,5% delle strutture trasfusionali realizzi l'aferesi produttiva, esiste una notevole difformità di tale tecnica sul territorio nazionale che vede in testa Toscana, Friuli e Marche con circa 17 aferesi produttive ogni 1.000 abitanti, e fanalino di coda Sardegna e Campania con 0,6 aferesi ogni 1.000 abitanti. Per quanto a oggi non esistano dati su tutte le strutture nazionali sui costi di produzione di un litro di plasma, cominciano a emergere elementi interessanti. Non si tratta, quindi - dicono gli autori - di smantellare l'attuale sistema, che già soddisfa la domanda di emocomponenti, ma di razionalizzarlo nella componente di produzione di plasma e di mantenere l'attuale concorso dei produttori commerciali al soddisfacimento della domanda di emoderivati.

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