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Eutanasia: Veronesi, ancora tabù, legge fondamentale per chi vive nel dolore

14 luglio 2014 | 15.53
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Eutanasia: Veronesi, ancora tabù, legge fondamentale per chi vive nel dolore

(Adnkronos Salute) - In Italia "l'eutanasia è ancora un tabù, ma è un tema che non si può fingere che non esista: la morte è inevitabile. Noi vogliamo essere in prima linea in Europa. Dopo l'Olanda, il Belgio e il Lussemburgo è ora che anche gli altri Paesi si muovano". Una legge che affronti il tema dell'eutanasia "è fondamentale per le persone che hanno vissuto la loro vita, come me, in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte. Bisogna trovare la maniera di alleviare questa sofferenza finale. Anche a costo di ridurre un po' la lunghezza della vita". Sono le parole dell'oncologo Umberto Veronesi che oggi a Milano ha partecipato al dibattito pubblico promosso a Palazzo Marino dall'Associazione Luca Coscioni e dal comitato promotore 'EutanaSiaLegale', insieme al giornalista Vittorio Feltri e all'esponente dei Radicali Marco Cappato.

Un'occasione in cui è stata ribadita la richiesta al Parlamento di calendarizzare la proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale e il testamento biologico, sottoscritta da 70 mila cittadini e depositata alla Camera dei Deputati il 13 settembre 2013. "Questa legge - sottolinea l'ex ministro della Sanità - dà garanzia alle persone di scegliere consapevolmente con il concetto dell'autodeterminazione. Ho passato tutta la vita accanto a chi soffre, accanto al dolore e alla morte e tutto questo lo vivo ancora da vicino. Davanti alla sofferenza e al dolore incontrollabile è fondamentale che ciascuno possa scegliere in libertà e consapevolezza come chiudere la propria vicenda umana. In una maniera civile. Noi chiediamo solo questo: la libertà di scegliere. Ognuno è libero, o almeno dovrebbe essere libero di scegliere come andarsene da questo mondo. Vivere è un diritto ma non un dovere, uno può smettere quando vuole".

Il problema, per il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, è che "questo concetto di poter scegliere per se stessi è un tabù, è molto osteggiato ovviamente dalla Chiesa. Io capisco le loro posizioni ma non tutti sono dei fedeli e chi non lo è può benissimo avere delle idee diverse".

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