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Salini punta a trasparenza su costi Fiorello e guarda agli ascolti

17 ottobre 2019 | 21.10
LETTURA: 3 minuti

Nel Cda l'analisi dei dati dal 2015 a oggi e la scelta di raccontare senso e costi di 'Viva Raiplay'

Salini punta a trasparenza su costi Fiorello e guarda agli ascolti

(di Veronica Marino)

Salini monitora gli ascolti di reti e testate Rai, pronto a valutare possibili sterzate, e punta alla trasparenza sui costi del nuovo show di Fiorello, 'Viva Raiplay', che partirà il 4 novembre. E' quanto emerge, a quanto apprende l'Adnkronos, dal lungo Cda Rai di oggi che era stato convocato espressamente per analizzare in profondità gli ascolti di inizio stagione passando per quelli che vanno dal 2015 ad oggi e per ascoltare la direttrice di Rai Fiction sul piano fiction 2020.

Partiamo dallo showman. 'Viva RaiPlay' di Fiorello è una grande operazione di costruzione dell'immagine e dell'appeal di Raiplay con l'entertainer, e cioè Fiorello, non solo testimonial del portale multimediale della Rai, ma anche vero e proprio 'facilitatore' per chi vuole entrare in confidenza con il web, chi vuole essere 'incluso' in un mondo sempre più digital. Per questo, secondo i consiglieri Riccardo Laganà e Rita Borioni, l'investimento nello show, nel restyling degli studi, così come negli spot del programma multipiattaforma valgono una inedita operazione trasparenza sui costi da parte dell'ad Fabrizio Salini, svuotando di senso i rumors e le possibili strumentalizzazioni. A quanto apprende l'Adnkronos, sarebbe proprio questa la richiesta avanzata oggi da Borioni e Laganà nel consiglio di amministrazione riunitosi a poco meno di tre settimane dall'inizio di 'Viva Raiplay'. Una richiesta ben accolta dall'ad Fabrizio Salini.

Qual è il punto? La Rai è un'azienda pubblica che si sostenta grazie al canone, grazie alla pubblicità e grazie ai ricavi generati da servizi e vendita commerciale (vedi Rai Libri). E l''Operazione Fiorello' è, da un lato, intrattenimento puro e quindi connessa ai ricavi generati dagli spot; mentre dall'altro, è servizio pubblico pagato con i soldi del canone, perché Fiorello spiegherà ai 'nonni' come navigare sul web e godersi le grandi possibilità offerte dal mondo digitale, spazzando via l'emarginazione sociale che il deficit tecnologico può comportare. In sostanza quella con Fiorello è un'operazione che Salini può rivendicare appieno. Per quale ragione quindi non spiegare a chi paga la nota imposta di scopo quale ragionamento c'è dietro l'investimento deciso, soprattutto se si tiene a mente che i nuovi studi resteranno un beneficio per prossimi contenuti 'nativi digitali'?

Non solo. Attualmente la pubblicità sui canali digitali costa davvero poco se paragonata a quella sulla tv. E anche rispetto a questo l''Operazione Fiorello' potrebbe portare una svolta. Insomma, per Laganà e Borioni la trasparenza ad oggi è la strada maestra e può consentire di rivendicare a testa alta scelte fatte a beneficio di un Servizio pubblico davvero di qualità; non a caso è in corso in via Teulada l'istallazione di un rilevatore di 'ascolti' sulla piattaforma web e quindi su RaiPlay.

E ora, più in dettaglio, il racconto del delicato capitolo degli ascolti. Oggi in Cda, come spiega la nota ufficiale di Viale Mazzini, "il dibattito è stato approfondito e costruttivo. Alla luce dei dati analizzati è stata confermata la leadership della Rai nel suo complesso, con qualche scostamento nella parte iniziale della stagione che sarà oggetto di costante monitoraggio e attenzione da parte dell’amministratore delegato per le opportune valutazioni, anche alla luce del nuovo disegno dell’Azienda previsto nel Piano industriale".

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