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CARTA VINI

A Pancia Piena. Unconventional wine list

Di carte vini in questa nostra rubrica ne abbiamo viste e discusse davvero tante, come tanti sono stati i professionisti intervistati, ma la storia di A Pancia Piena è certamente diversa da tutte le altre. Qui, la carta vini non esiste ma su questo food truck si trovano più di 150 etichette di vino.

A Pancia Piena. Unconventional wine list
26 ottobre 2022 | 15.47
LETTURA: 6 minuti

Siamo a Le Sieci, una frazione del comune di Pontassieve alle porte di Firenze. Qui, Emanuele Nenci e Iuri Ronchi nell’ormai lontano 2004 danno inizio ad una storia divertente, appassionata e gustosa. Una storia che ha le basi, proprio lì, in quella rotonda di piazza Aldo Moro, dove la loro amicizia ha saputo dare inizio ad un’attività diversa ed estrosa, che alla base ha un concetto importante: la qualità, perché come afferma Emanuele: “noi qui ci mettiamo la faccia” .

La faccia e non solo verrebbe da dire, osservando questo food truck, che è impossibile non notare. E lo si nota non tanto per la sua privilegiata posizione con vista su rotonda, ma perché avvicinandosi un po’, la caratteristica che salta subito agli occhi è decisamente il contenuto della vetrina frigo. Lì dove solitamente sono ben esposte, salse, salumi e condimenti vari atti alla preparazione di gustosi panini e pietanze tipiche della cucina tradizionale Toscana si trova una distesa di bottiglie, di Champagne in particolare, e possiamo assicurare, che il sorriso scatta automatico e la curiosità e la voglia di fare domande cresce sempre più.

Emanuele, Iuri, come nasce il progetto di A Pancia Piena?

Diciannove anni fa, la nostra amicizia e la voglia di creare qualcosa insieme ci ha portato a creare la realtà di A Pancia Piena. Uno street food, senza pretese, ma che offrisse qualità con prodotti di stagione e che, con semplicità, parlasse della cucina con schiettezza e “toscanità”. Un luogo dove entrambi, mettendoci ai fornelli potessimo offrire ristoro a chi passava per le Sieci.

E la passione per il vino quando nasce?

Negli anni in cui partiva il progetto di A Pancia Piena, cresceva anche la mia passione per il vino – ci racconta Emanuele. Mi fu regalata da un amico una bottiglia di Montesodi che all’epoca fu davvero una scoperta. Da lì ho iniziato a cercare di assaggiare più Sangiovese possibile, andando con il tempo a costruire una piccola cantina personale composta dai principali IGT e denominazioni della Toscana. Poi, nel 2008 ho fatto il mio primo viaggio in Borgogna e Champagne e dà lì è partito tutto. Ho scoperto decisamente un nuovo gusto, un nuovo stile di fare vino che mi ha letteralmente conquistato, iniziando un nuovo percorso in cui ho portato anche Iuri.

Come è stato inserito il vino nella realtà del food truck?

È stato semplice. Ci siamo guardati e ci siamo semplicemente detti: serviamo cibo di qualità perché non dovremmo fare la stessa cosa con il vino? Tutto ha avuto inizio da questa domanda che ci siamo posti cinque anni fa e da allora le cose sono davvero cambiate. Inizialmente abbiamo provato inserendo semplicemente 3-4 etichette, così facendo per un paio di mesi la cosa è stata molto apprezzata dalla nostra clientela. C’è stato poi un calo e ci siamo resi conto che il motivo era che le etichette erano sempre le stesse, che non c’era variabilità. Ci siamo resi conto che doveva avvenire un ulteriore cambiamento, così dove prima c’erano salumi, formaggi e salse, sono apparse bottiglie. Ad oggi contiamo 150 etichette con un focus su Champagne, Borgogna e Toscana. E questo alla ci piace molto e piace anche ai nostri clienti.

Questa novità del vino come è stata gestita nel periodo della pandemia?

La pandemia ci ha messo davanti ad una situazione che non era prevista, che non sapevamo gestire. Sicuramente è stato un periodo in cui il lavoro ha rallentato e quando era possibile lavorare era comunque complicato. I magazzini erano pieni di vino e dovevamo trovare assolutamente una soluzione. Così, durante il periodo natalizio abbiamo pensato che il vino poteva essere venduto. Per l’ennesima volta ci siamo parlati e abbiamo capito cosa fare: un’enoteca a cielo aperto. Abbiamo posizionato scatole di vino su quei tavoli dove le persone non potevano sedere a causa della pandemia e chiunque passasse da questa rotonda, vedeva tutto il vino in vendita. È stato un successo. Dopo tre giorni avevamo venduto 150 bottiglie di Champagne, siamo stati l’enoteca della zona, e lo siamo rimasti.

È davvero sorprendente! E come si gestisce il vino e il suo servizio in una realtà come la vostra?

Siamo un food truck e sicuramente questo può rappresentare dei limiti. Abbiamo dei buoni calici, le bottiglie - rossi compresi - escono sempre a temperatura di servizio e le etichette variano in base al nostro gusto, alle nostre scoperte e vendiamo solo quello che ci piace. Non c’è una carta vini, qui si sceglie dal bancone o dalla vetrinetta. Il calice risponde certamente meglio alle nostre esigenze e riusciamo a servire dallo champagne alle piccole chicche della Borgogna fino a vini più local. Tuttavia, nelle serate in cui stiamo aperti per la cena capita che ci siano tante persone che optano per la bottiglia e arriviamo anche a vendere 50 bottiglie a serata. Poi per regalare una scelta del vino consapevole abbiamo sviluppato delle tovagliette che presentano la cartina dello champagne, con tutte le aree produttive ben spiegate. Una cosa didattica se vogliamo, ma davvero molto importante, perché per noi è un prodotto davvero speciale, che amiamo e farlo conoscere nel modo giusto è necessario.

E la clientela di A Pancia Piena come ha accolto tutti questi cambiamenti?

Benissimo. La nostra clientela è composta da persone che si muovono per lavoro, passanti di ogni genere e tipo, persone del luogo che ci conoscono e che sono nostri clienti e amici da quando abbiamo parcheggiato qui la prima volta. Per noi e per la nostra comunicazione ha sempre funzionato bene il passa parola. È comune sentirci dire da un cliente che è lì perché lo ha consigliato un amico. Inoltre, questo passa parola ha portato anche ad una clientela alto spendente che appositamente si muove per venire qui, ed è certamente una grande soddisfazione.

A Pancia Piena ha avuto una crescita ed evoluzione incredibile ma soprattutto costante. Progetti futuri?

Ci sentiamo due persone aperte alle novità e al cambiamento. La nostra amicizia, che potremmo definire un matrimonio, ci ha portato davvero lontano, rispetto a quello che pensavamo. Crediamo che questo camioncino sia la nostra identità, questa rotonda è come casa, e se è vero che la mente e la volontà sono la forza più grande che possediamo, guardando da qui, lì dove c’è la rotonda vediamo il mare e dietro ci sono le montagne. Forse ci ingrandiremo, forse svilupperemo nuovi progetti, di sicuro non c’è niente, ma una cosa è certa: per noi aver sconvolto le regole del cibo da strada con una selezione di vini degna di un ristorante è stato rivoluzionario e questa rivoluzione non finirà mai.
Adnkronos - Vendemmie

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