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Wwf lancia un patto per la tutela del capitale naturale

28 febbraio 2014 | 18.56
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"I dati del rapporto Ispra di cui si discute in questi giorni confermano l'urgenza di un 'patto per la tutela del capitale naturale' e politiche settoriali conseguenti, a cominciare dal comparto agricolo, per difendere quel patrimonio che fa dell'Italia il Paese in Europa più ricco di biodiversità. Ai neo ministri dell'Ambiente Galletti e delle Politiche agricole Martina chiediamo per questo una piena assunzione di responsabilità per la tutela del nostro patrimonio naturale''. Così Dante Caserta, presidente del Wwf Italia, commenta i dati che emergono dal rapporto presentato in questi giorni da Ispra e ministero dell'Ambiente.

Il Wwf ha le idee chiare sui contenuti del Patto, raccolte in 7 punti. Chiede che il capitale naturale abbia il giusto rilievo nella valutazione della ricchezza nazionale e che venga riconosciuto il suo valore nelle politiche pubbliche, andando oltre il Pil e introducendo strumenti per il pagamento dei servizi forniti dagli ecosistemi; azioni a sostegno alla green economy (agevolazioni fiscali e riduzione del costo del lavoro per gli investimenti e le attività connesse alla conservazione della natura a tutela della biodiversità); uso efficiente dei fondi europei 2014-2020.

Chiede poi l'attuazione della Strategia nazionale per la Biodiversità; il rafforzamento delle finalità di conservazione della natura delle aree protette; di dedicare una quota parte degli ingenti fondi della Politica Agricola Comunitaria (Pac) agli interventi green, a cominciare dalla Rete Natura 2000, e dare concreta attuazione alle misure a tutela della biodiversità previste dalla direttiva ''Pesticidi''; che si assumano precisi impegni per arrestare la perdita di biodiversità nella definizione del Programma della Rete Rurale Nazionale e dei Programmi operativi regionali per lo Sviluppo Rurale.

Secondo il primo rapporto sulla biodiversità del Wwf, rispetto al totale di specie presenti in Europa, in Italia si contano oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali, su di una superficie di circa 1/30 di quella del continente. La fauna è stimata in 58.000 specie, di cui circa 55.000 di invertebrati (95%), 1.812 di protozoi (3%) e 1.265 di vertebrati (2%), con un'incidenza complessiva di specie endemiche pari a circa il 30%. Il 31% dei vertebrati in Italia, però, è a rischio estinzione.

Allarmanti i dati Ispra sulla perdita di biodiversità in Italia, con il 50% delle specie animali e vegetali e 7 habitat su 10 presenti nell'elenco delle Direttive europee che si trovano in un cattivo o inadeguato stato di conservazione. Per il Wwf, il rischio è di perdere più della metà delle specie e degli habitat che l'Unione Europea chiede invece di tutelare e valorizzare.

Colpa della modifica degli ecosistemi, delle pratiche agricole intensive, della gestione forestale insostenibile, del disturbo antropico e dell'inquinamento. Per il Wwf, Governo e Regioni devono definire politiche di settore coerenti e concrete in grado di determinare un'inversione di tendenza, a cominciare dall'agricoltura. Purtroppo - sottolinea il Wwf - le ultime decisioni in materia di programmazione della Pac 2014-2020 e attuazione della Direttiva Ue sui pesticidi sembrano non cogliere le sollecitazioni che arrivano dall'Europa per un serio impegno al contrasto della perdita di biodiversità.

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