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Act N.1, l’importanza dell’inclusione

20 febbraio 2020 | 20.43
LETTURA: 3 minuti

Act N.1, l’importanza dell’inclusione

di Federica Mochi
Un clash di culture capace di ispirare le nuove generazioni e lanciare, al contempo, un messaggio di inclusione. Soprattutto in tempi frastagliati, come quellI attuali. E' il messaggio scritto nero su bianco da Luca Lin e Galib Gassanoff, giovanissimo e talentuoso duo creativo al timone di Act N.1 che per la prossima stagione invernale stravolge i canoni vestimentari per parlare di diversità e parità di diritti. "Siamo cresciuti in posti diversi e proveniamo da diversi background - spiegano all’Adnkronos i due stilisti, originari rispettivamente di Cina e Azerbaigian - e anche stavolta abbiamo voluto esplorare questa diversità. Il messaggio che vogliamo lanciare è che non importa da dove veniamo, siamo tutti uguali. Per noi è molto importante il concetto di inclusione e cerchiamo di farlo emergere in ogni nostra collezione". 

Minimo comun denominatore dello show è il sangue, inteso come elemento che unisce: dalla passerella -completamente tinta di rosso- all’invito alla sfilata, una sacca di plasma con la scritta ‘blood has no race or genre’. Il sangue non ha razza né genere.

In passerella i due creativi stravolgono le regole della sartoria tout court mixando e abbinando forme, tinte e silhouette diverse: dalle trasparenze alla stampa camouage ai principe di Galles, con elementi che spaziano dalla scena punk a quella rock come i guanti in vernice che si arrampicano fino alle spalle, i trench stampati, i maxi piercing al naso, l’animalier spalmato su abiti a balze e minidress, fino all’esplosione finale di tulle nei toni del verde acido e nero.

A calcare la pedana modelle giovanissime con tanto di bebé portato a spalla o più agé. "Nelle stampe ci siamo ispirati alla nostra infanzia - spiegano ancora i due stilisti - abbiamo mischiato diversi capi, creando abiti ibridi come l’abito portato sopra la giacca. Quello che ci interessava era lavorare in modo sartoriale e sperimentale, esplorando sempre il concetto di destrutturazione".  

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